La Pasqua in Nigeria, occasione per ripensare la pace
In Nigeria, la Pasqua, quest’anno, è un inno alla pace dopo gli scontri che hanno
recentemente lacerato il Paese. Lo scorso mese di marzo tensioni politiche e sociali
sono sfociate in drammatiche violenze costate la vita a centinaia di persone, tra
cui cristiani e musulmani. In questi giorni si sono alternati diversi appelli per
un’autentica riconciliazione, come ricorda l’arcivescovo di Abuja, mons. John Olorunfemi
Onaiyekan, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Durante
questi giorni, i leader sia politici sia religiosi inviano messaggi al Paese e al
popolo. Io stesso ho registrato un messaggio per la Pasqua, un messaggio di gioia,
di speranza, di fiducia in Dio, di celebrazione della vittoria della vita sulla morte,
del bene sul male.
D. – Quale messaggio porta la
Pasqua di quest’anno in Nigeria, Paese drammaticamente sconvolto dalle recenti violenze
e costate la vita ad oltre 500 persone?
R. – Il male
cerca di vincere, ma alla fine è sempre la vita che vince. Il Paese sta vivendo un
momento di buio e di confusione, ma la Pasqua ci porta il messaggio di Dio, il messaggio
della Luce di Dio, che ci aiuta a vedere in modo sempre più chiaro. Speriamo ora che
il governo riesca a ‘rimettersi in piedi’ e che ci possa essere un modo per prevenire
le violenze.
D. – La natura dei recenti scontri
non è religiosa, ma soprattutto sociale e politica. Ruota intorno al delicato problema
della proprietà della terra contesa fra pastori, tradizionalmente nomadi e musulmani,
e contadini stanziali, in maggioranza cristiani…
R.
- Si tratta, infatti, di una strumentalizzazione della religione per interesse politico
e sociale. E’ proprio per questo che è importante il ruolo del governo, che dovrebbe
cercare di risolvere le rivalità fra gruppi, in modo che possa poi esserci pace e
giustizia. Il problema è che se non c’è un governo forte, si arriva facilmente alla
situazione in cui piccoli gruppuscoli di persone violente prendono il sopravvento.
Ovunque in Africa, anche laddove ci sono tragedie e molte sofferenze, si nota che
la gioia cristiana non manca mai, perché la gente riesce sempre ad identificarsi con
Gesù che soffre sulla Croce, ma che sempre regna. La cosa veramente importante è che
bisogna continuare a combattere per la giustizia, il fondamento della pace.