Il valore del Battesimo al centro della Veglia pasquale: il Papa chiede rinuncia a
cupidigia, menzogna, crudeltà
“L’erba medicinale contro la morte esiste” ed è Cristo, “vero farmaco dell’immortalità”.
Sono le parole di Benedetto XVI, pronunciate ieri sera, in San Pietro, durante la
Veglia Pasquale. Al centro dell’omelia del Papa, la riflessione sul valore del Battesimo,
definito sacramento di “rinascita alla nuova vita” e di rinuncia al “mondo della cupidigia,
alla menzogna, alla crudeltà”. Nel corso della Veglia, Benedetto XVI ha amministrato
il Battesimo a sei persone: quattro donne - provenienti dalla Somalia, dal Sudan e
dall’Abania - un uomo giapponese ed un bambino russo di 5 anni che ha regalato più
di un sorriso al Papa. Il servizio di Isabella Piro:
(canto: Lumen
Christi)
È buio, a San Pietro, quando arriva il cero
pasquale, la luce di Cristo Risorto che illumina il mondo. E a poco a poco, la navata
della Basilica si accende di tante fiammelle che si passano il fuoco l’una l’altra,
così come la fede si propaga di persona in persona. Cristo è risorto e con la sua
luce ha vinto le tenebre del mondo. Un concetto ribadito dal Papa nella sua omelia:
partendo da un’antica leggenda giudaica tratta dal libro apocrifo “La vita di Adamo
ed Eva”, Benedetto XVI si sofferma sulla ricerca, quasi ossessiva da parte dell’uomo,
dell’immortalità. Oggi la scienza medica – sottolinea il Papa – cerca di rimandare
il più possibile la morte, di procurare una vita sempre più lunga. Ma riflettiamo,
continua il Santo Padre: rimandare all’infinito la morte sarebbe una condanna, non
un paradiso, invecchieremmo in misura straordinaria, i giovani non avrebbero più un
posto nel mondo. La vera immortalità, allora, è un’altra cosa: "La
vera erba medicinale contro la morte dovrebbe essere diversa. Non dovrebbe portare
semplicemente un prolungamento indefinito di questa vita attuale. Dovrebbe trasformare
la nostra vita dal di dentro. Dovrebbe creare in noi una vita nuova, veramente capace
di eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da non finire con la morte, ma da
iniziare solo con essa in pienezza". Quanto nuovo ed emozionante
è, quindi, il messaggio cristiano, quel Vangelo di Gesù Cristo che ci viene detto:
"Sì, quest’erba medicinale contro la morte, questo
vero farmaco dell’immortalità esiste. È stato trovato. È accessibile. Nel Battesimo
questa medicina ci viene donata. Una vita nuova inizia in noi, una vita nuova che
matura nella fede e non viene cancellata dalla morte della vecchia vita, ma che solo
allora viene portata pienamente alla luce". Ma “come si
svolge questa trasformazione della vecchia vita” in una nuova esistenza “che non conosce
la morte?” La risposta, afferma il Papa, si trova nel Battesimo:
"L’essere
rivestiti col nuovo abito di Dio avviene nel Battesimo; così ci dice la fede cristiana.
Certo, questo cambio delle vesti è un percorso che dura tutta la vita. Ciò che avviene
nel Battesimo è l’inizio di un processo che abbraccia tutta la nostra vita, ci rende
capaci di eternità, così che nell’abito di luce di Gesù Cristo possiamo apparire al
cospetto di Dio e vivere con Lui per sempre". Nella Chiesa
antica, continua Benedetto XVI, il rito del Battesimo includeva il rito della rinuncia
al diavolo, al suo sfarzo, al peccato, “le vesti della morte” che parlavano di “dissolutezza,
idolatria, inimicizie, discordia, gelosia, divisioni, invidie”:
"Era
il rifiuto di un tipo di cultura che incatenava l’uomo all’adorazione del potere,
al mondo della cupidigia, alla menzogna, alla crudeltà. Era un atto di liberazione
dall’imposizione di una forma di vita, che si offriva come piacere e, tuttavia, spingeva
verso la distruzione di ciò che nell’uomo sono le sue qualità migliori". Anche
oggi, dice il Papa, la rinuncia è una “parte essenziale” del Battesimo, che porta
“amore, gioia, pace, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”, perché consegnandosi
a Cristo, il battezzando “si lascia da Lui trascinare e tirare su nella vita nuova
che lo trasforma per l’eternità”. Ed è questo, allora, il vero valore del sacramento
battesimale:
"Esso non è solo un lavacro, ancor
meno un’accoglienza un po’ complicata in una nuova associazione. È morte e risurrezione,
rinascita alla nuova vita. Sì, l’erba medicinale contro la morte esiste. Cristo è
l’albero della vita reso nuovamente accessibile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo
nella vita".
“Il Signore risorto ci dona la
vera vita”, conclude Benedetto XVI, quella gioia che “non si può comandare”, ma “solo
donare”, quella gioia della Risurrezione di Cristo, che ci custodisce nell’amore.