Il Cardinale Bagnasco: la Pasqua fonte della speranza cristiana
Un invito a confidare nell’amore di Dio e a coltivare la speranza che ha radici nella
promessa della salvezza eterna. E’ il messaggio contenuto nell’omelia della Messa
di Pasqua celebrata dal cardinale, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Angelo
Bagnasco, questa mattina nella Cattedrale di San Lorenzo a Roma. “Gesù con la sua
Risurrezione rivela che l'uomo, la storia e il cosmo non sono destinati a finire nel
nulla - ha detto il porporato - ma a risorgere ad una vita nuova”. Alla luce di questo
– ha aggiunto - “ogni croce che accompagna l'esistenza acquista un senso e un valore
nuovo: la vita di nessuno si esaurisce nel limite della sofferenza, ma va oltre, verso
un orizzonte di luce e di infinito”. “Le tante oscurità, le molte sconfitte che la
storia personale e comunitaria registra, il grande mistero del male e del dolore che
sembra spesso vincente sulla scena del mondo - ha spiegato ancora - non sono la parola
ultima e definitiva sull'umanità, ma la penultima” e in virtù di questo “i cristiani
sanno che ogni avvenimento, piccolo o grande, lieto o drammatico, contiene un frammento
di eternità, una promessa di Risurrezione”. La luce della Pasqua “squarcia il velo
della morte e del futuro e rischiara anche il nostro presente”, per questo – è l’esortazione
del cardinale Bagnasco - la fiducia non deve mai abbandonarci; e questa ispira non
una fuga dai nostri doveri ma, al contrario, una responsabilità e una energia ancora
più grandi”. “Il nostro destino - ha concluso il porporato - è una vita piena e definitiva
senza ombre e tramonti che sfugge alla comprensione umana” ma “c'e' da chiedersi con
molta serietà se crediamo veramente che alla fine dei tempi il nostro corpo mortale,
dopo aver attraversato la morte e la tomba, risorgerà e si ricongiungerà all'anima
immortale e andrà, anch'esso, al suo destino eterno”. (C.D.L.)