Questione abusi: smascherare gli obiettivi di una campagna falsa e calunniosa contro
la Chiesa
La questione degli abusi sui minori da parte di esponenti della Chiesa, con le accuse
rivolte al Papa sulla vicenda da certi quotidiani, anche oggi occupa le pagine della
stampa internazionale, in particolare in Occidente. Tanti gli attestati di solidarietà
a Benedetto XVI. Ce ne parla Sergio Centofanti.
I
vescovi dell’America Latina esprimono, in una nota del Celam, dolore e sdegno per
gli abusi compiuti da alcuni membri del clero e nello stesso tempo manifestano la
loro completa solidarietà al Papa, che ha agito con coraggio contro questi casi già
da quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ma che è diventato
il bersaglio di una campagna mediatica “falsa e calunniosa”.
Molto
acuto l’intervento dell’intellettuale americano George Weigel, ripreso dal Foglio,
che parla senza mezzi termini della decadenza del New York Times, i cui redattori
“hanno abbandonato ogni pretesa di rispetto verso i più elementari standard giornalistici”
trasformando quello che era un grande quotidiano in un tabloid scandalistico fondato
su menzogne e insinuazioni. Per attaccare il Papa - scrive Weigel - ricorre a fonti
“sul piano giornalistico chiaramente inaffidabili” come l’arcivescovo emerito di Milwaukee,
Rembert Weakland, costretto alla rinuncia dal Vaticano per una storia omosessuale,
e un celebre avvocato che ha costruito la sua fortuna sulla pedofilia. Dati alla mano,
Weigel parla della “piaga mondiale” degli abusi ricordando che solo negli Stati Uniti
circa 39 milioni di giovani li hanno subìti. Tra il 6 e il 10% degli studenti di scuole
pubbliche hanno subìto molestie sessuali tra il 1991 e il 2000. Nel 2009 sono stati
segnalati sei casi certi di abuso da parte di esponenti del clero su una Chiesa di
oltre 60 milioni di fedeli. Cionostante è presa di mira solo la Chiesa cattolica,
“raffigurata come l’epicentro delle violenze sui giovani”. Infatti – spiega Weigel
– se la Chiesa è fatta passare per "una cricca criminale internazionale di molestatori
sessuali, non può naturalmente avere alcuna pretesa di occupare un proprio posto”
nel dibattito pubblico sulle politiche sociali. Così i nemici della Chiesa - che possono
contare anche sull’aiuto di certi settori cattolici – “cercano di distruggerla moralmente
e finanziariamente” infangando il nome dei suoi capi. Weigel ricorda che la Chiesa
stessa ha riconosciuto i suoi sbagli nella gestione della vicenda degli abusi: tuttavia
– aggiunge – “nessun’altra istituzione ha mantenuto un atteggiamento di simile trasparenza
sui propri errori, e nessuno ha profuso maggiori sforzi per rimediarvi…Questi fatti
non si sono però imposti all’opinione pubblica”. Ora – conclude Weigel – se il New
York Times appare in prima fila in questa campagna di furore ideologico contro la
Chiesa – “ciò non dovrebbe impedire ad altri organi di informazione di comprendere”
che il quotidiano, d’impronta fortemente laicista, “ha pubblicato sulla Chiesa notizie
estremamente distorte e di smascherarle come tali”.
E
sono in molti a chiedersi cosa ci sia dietro l’attacco frontale alla Chiesa. L’arcivescovo
di New York Timothy Dolan chiede al quotidiano perché usi due pesi e due misure nel
trattare i casi di abusi nella comunità ebraica di Brooklyn e quelli negli istituti
cattolici. E ci sono editorialisti avveduti che si domandano perché il quotidiano
americano non indaghi sul fatto che le autorità civili di Milwaukee, polizia e magistratura,
pur essendo a conoscenza del caso Murphy, non abbiano preso in considerazione la vicenda.
Il vescovo di Cremona Dante Lanfranconi punta il dito sugli interessi economici che
girano intorno alla questione. Solidarietà al Papa arriva anche da zone dove i cristiani
sono fisicamente eliminati, come dall’Iraq, attraverso un messaggio di vicinanza dell’arcivescovo
di Kirkuk Louis Sako.
Interviene anche il cardinale
Carlo Maria Martini, intervistato dal mensile 30 Giorni: Benedetto XVI - afferma
- ''non ha bisogno di essere difeso, perché a tutti è chiara la sua irreprensibilità,
il suo senso del dovere e la sua volontà di fare del bene''. ''Le accuse lanciate
contro di lui in questi giorni sono ignobili e false'' e ''sarà bello constatare
la compattezza di tutti gli uomini di buona volontà nello stare con lui e nel sostenerlo
nel suo difficile compito''. Il porporato denuncia anche l’ipocrisia di una società
che predica la totale libertà sessuale mentre la pubblicità utilizza motivi sessuali
anche per i bambini. In Francia, intellettuali, politici e artisti
cristiani hanno lanciato un “Appello alla verità” in cui, esprimendo orrore per il
crimine dei preti pedofili e solidarietà per le vittime, invitano i mezzi d’informazione
ad un sussulto etico di responsabilità: “constatiamo con tristezza – affermano – che
numerosi media del nostro Paese, e dell’Occidente in generale, trattano questi casi
con parzialità, ignoranza o compiacimento”, facendo dimenticare i “tanti preti che
portano con coraggio, e talvolta nella solitudine, il messaggio di Cristo”.