2010-04-02 12:59:29

Questione abusi: smascherare gli obiettivi di una campagna falsa e calunniosa contro la Chiesa


La questione degli abusi sui minori da parte di esponenti della Chiesa, con le accuse rivolte al Papa sulla vicenda da certi quotidiani, anche oggi occupa le pagine della stampa internazionale, in particolare in Occidente. Tanti gli attestati di solidarietà a Benedetto XVI. Ce ne parla Sergio Centofanti.RealAudioMP3

 
I vescovi dell’America Latina esprimono, in una nota del Celam, dolore e sdegno per gli abusi compiuti da alcuni membri del clero e nello stesso tempo manifestano la loro completa solidarietà al Papa, che ha agito con coraggio contro questi casi già da quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ma che è diventato il bersaglio di una campagna mediatica “falsa e calunniosa”.

 
Molto acuto l’intervento dell’intellettuale americano George Weigel, ripreso dal Foglio, che parla senza mezzi termini della decadenza del New York Times, i cui redattori “hanno abbandonato ogni pretesa di rispetto verso i più elementari standard giornalistici” trasformando quello che era un grande quotidiano in un tabloid scandalistico fondato su menzogne e insinuazioni. Per attaccare il Papa - scrive Weigel - ricorre a fonti “sul piano giornalistico chiaramente inaffidabili” come l’arcivescovo emerito di Milwaukee, Rembert Weakland, costretto alla rinuncia dal Vaticano per una storia omosessuale, e un celebre avvocato che ha costruito la sua fortuna sulla pedofilia. Dati alla mano, Weigel parla della “piaga mondiale” degli abusi ricordando che solo negli Stati Uniti circa 39 milioni di giovani li hanno subìti. Tra il 6 e il 10% degli studenti di scuole pubbliche hanno subìto molestie sessuali tra il 1991 e il 2000. Nel 2009 sono stati segnalati sei casi certi di abuso da parte di esponenti del clero su una Chiesa di oltre 60 milioni di fedeli. Cionostante è presa di mira solo la Chiesa cattolica, “raffigurata come l’epicentro delle violenze sui giovani”. Infatti – spiega Weigel – se la Chiesa è fatta passare per "una cricca criminale internazionale di molestatori sessuali, non può naturalmente avere alcuna pretesa di occupare un proprio posto” nel dibattito pubblico sulle politiche sociali. Così i nemici della Chiesa - che possono contare anche sull’aiuto di certi settori cattolici – “cercano di distruggerla moralmente e finanziariamente” infangando il nome dei suoi capi. Weigel ricorda che la Chiesa stessa ha riconosciuto i suoi sbagli nella gestione della vicenda degli abusi: tuttavia – aggiunge – “nessun’altra istituzione ha mantenuto un atteggiamento di simile trasparenza sui propri errori, e nessuno ha profuso maggiori sforzi per rimediarvi…Questi fatti non si sono però imposti all’opinione pubblica”. Ora – conclude Weigel – se il New York Times appare in prima fila in questa campagna di furore ideologico contro la Chiesa – “ciò non dovrebbe impedire ad altri organi di informazione di comprendere” che il quotidiano, d’impronta fortemente laicista, “ha pubblicato sulla Chiesa notizie estremamente distorte e di smascherarle come tali”.

 
E sono in molti a chiedersi cosa ci sia dietro l’attacco frontale alla Chiesa. L’arcivescovo di New York Timothy Dolan chiede al quotidiano perché usi due pesi e due misure nel trattare i casi di abusi nella comunità ebraica di Brooklyn e quelli negli istituti cattolici. E ci sono editorialisti avveduti che si domandano perché il quotidiano americano non indaghi sul fatto che le autorità civili di Milwaukee, polizia e magistratura, pur essendo a conoscenza del caso Murphy, non abbiano preso in considerazione la vicenda. Il vescovo di Cremona Dante Lanfranconi punta il dito sugli interessi economici che girano intorno alla questione. Solidarietà al Papa arriva anche da zone dove i cristiani sono fisicamente eliminati, come dall’Iraq, attraverso un messaggio di vicinanza dell’arcivescovo di Kirkuk Louis Sako.

 
Interviene anche il cardinale Carlo Maria Martini, intervistato dal mensile 30 Giorni: Benedetto XVI - afferma - ''non ha bisogno di essere difeso, perché a tutti è chiara la sua irreprensibilità, il suo senso del dovere e la sua volontà di fare del bene''. ''Le accuse lanciate contro di lui in questi giorni sono ignobili e false'' e ''sarà bello constatare la compattezza di tutti gli uomini di buona volontà nello stare con lui e nel sostenerlo nel suo difficile compito''. Il porporato denuncia anche l’ipocrisia di una società che predica la totale libertà sessuale mentre la pubblicità utilizza motivi sessuali anche per i bambini.
 
In Francia, intellettuali, politici e artisti cristiani hanno lanciato un “Appello alla verità” in cui, esprimendo orrore per il crimine dei preti pedofili e solidarietà per le vittime, invitano i mezzi d’informazione ad un sussulto etico di responsabilità: “constatiamo con tristezza – affermano – che numerosi media del nostro Paese, e dell’Occidente in generale, trattano questi casi con parzialità, ignoranza o compiacimento”, facendo dimenticare i “tanti preti che portano con coraggio, e talvolta nella solitudine, il messaggio di Cristo”.







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