2010-04-02 15:09:44

Haiti: il nunzio mette in guardia i donatori sul corretto utilizzo dei fondi per la ricostruzione


I Paesi donatori hanno quasi raggiunto la somma necessario per la ricostruzione di Haiti, ora bisogna impegnarsi affinché questi fondi siamo realmente impiegati. È il monito espresso da mons. Bernardito Auza, nunzio apostolico della Santa Sede ad Haiti, interpellato al termine della Conferenza di New York, durante la quale i Paesi donatori hanno promesso 5,3 miliardi di dollari nei prossimi 18 mesi e fino a 9,9 miliardi di dollari negli anni successivi. “Se tutta la somma promessa sarà davvero impiegata – spiega il presule al Sir -, potremmo vedere, in due anni, una bella differenza nella creazione di infrastrutture e nella capacità amministrativa di questo Paese”. “Il governo di Haiti ha chiesto 11,5 miliardi di dollari per la ricostruzione – aggiunge mons. Auza -. La somma è stata quasi raggiunta con circa 10 miliardi promessi. 5,3 miliardi sono per i primi due anni. La cifra calcolata a Santo Domingo prima di New York era, se non erro, 4 miliardi per i prossimi 18 mesi, dunque stiamo li”. Sono sufficienti? “Dipende da cosa si vuole fare o "rifondare" – risponde il nunzio -: ormai non si parla più di ricostruzione, perché ricostruire quello che c’era prima sarebbe troppo poco e non assicurerebbe lo sviluppo d'Haiti”. “Non sono un esperto in materia – precisa poi il nunzio -. So solo che anche se tutta la somma fosse sborsata, una gran parte rimarrà nei capitali dei donatori, come si sa nell’ambito della comunità internazionale: analisi, piani, esperti, valutazioni, incontri ecc”. “Spero di avere torto – ammonisce nuovamente mons. Auza -, ma temo che le somme promesse siano in parte già spese. Qui ad Haiti circola la paura che un donatore possa dare 1,2 miliardi, ma magari 900 milioni di quella somma sono già stati spesi nelle operazioni post-terremoto fino ad oggi. Allora non resterebbero che 300 milioni per la ‘rifondazione’. Spero che sia solo un’invenzione o il frutto di un certo cinismo”. Il nunzio auspica inoltre che “una parte di quella somma sia impiegata nella ricostruzione delle scuole private, tra cui quelle cattoliche”, visto che “il settore privato ha in mano il 90% delle scuole di Haiti”. (M.G.)







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