Appello degli intellettuali francesi sugli abusi:con le vittime e con il Papa
L’articolo è pubblicato sull’Osservatore Romano, in edicola oggi pomeriggio con la
data di sabato 3 aprile 2010
Con le vittime e con il Papa
"Invitiamo
i mass media a un'etica di responsabilità"
Settanta firme di intellettuali,
filosofi, giornalisti, drammaturghi, docenti universitari, artisti e personalità della
società e della politica, raccolte in soli quattro giorni e un passaparola in rete
(attraverso il sito www.appelaverite.fr) che ha già oltrepassato i confini del mondo
francofono; l'appello diffuso all'inizio della Settimana Santa da un gruppo di giornalisti
cristiani francesi a discernere la verità dalla diffamazione, la calunnia dal legittimo
desiderio di giustizia in mezzo alla tempesta mediatica in corso sullo scandalo delle
violenze su minori ha già raccolto un vasto consenso: solidarietà con le vittime
degli abusi "senza se e senza ma", ma anche con tutti i fedeli cattolici, i loro sacerdoti
e il loro Papa. Un modo per dimostrare al mondo che la recente lettera dei vescovi
francesi a Benedetto XVI non esprime solo la solidarietà del clero al vicario di Cristo
ma l'abbraccio di tutto il popolo cristiano.
Tra i firmatari del messaggio
troviamo Jean-Luc Marion, dell'Académie Française, Remi Brague, professore di filosofia
e membro dell'Institut, Françoise Taillandier, scrittore, Chantal Delsol, filosofa
e membro dell'Institut, Claude Bébéar, presidente del consiglio di sorveglianza d'Axa,
Michael Lonsdale, attore, Laurent Lafforgue, matematico insignito della medaglia Fields,
Denis Tillinac, scrittore, Alina Reyes, scrittrice, Alain Joly, pastore luterano,
Fabrice Hadjaji, saggista e drammaturgo, Bernadette Dupont, senatrice, Henri Tincq,
giornalista, Jacques Arènes, psicanalista.
Di seguito il testo
dell'appello:
"I casi di pedofilia nella Chiesa sono, per tutti i cattolici,
fonte di sofferenza profonda e di dolore estremo. Membri della gerarchia della Chiesa
hanno riscontrato in alcuni dossier gravi mancanze e disfunzioni, e noi rendiamo omaggio
alla volontà del Papa di fare luce su questi casi.
Con i vescovi, e in quanto
membri della stessa Chiesa, i laici cattolici si fanno carico del peso dei crimini
di alcuni sacerdoti e delle debolezze dei loro superiori; si mettono risolutamente,
come Cristo invita a fare, dalla parte di quanti soffrono maggiormente per questi
crimini, vale a dire le vittime, pregando allo stesso tempo per i colpevoli.
Quanto
a noi, auspichiamo di cuore che tutta la verità emerga e che con l'aiuto di tutti
gli uomini e le donne di buona volontà si affronti serenamente e fraternamente nella
Chiesa cattolica tutto ciò che ha potuto rendere possibile queste offese, recate anche
a Cristo.
Allo stesso tempo, deploriamo l'enfasi e l'escalation mediatica
che accompagnano questi casi. Al di là del diritto all'informazione, legittimo e democratico,
non possiamo che constatare con tristezza in quanto cristiani, ma soprattutto in quanto
cittadini, che numerosi mass media nel nostro Paese (e in Occidente in generale) trattano
questi casi con parzialità, scarsa conoscenza o viva soddisfazione. Da riassunti,
sintesi e generalizzazioni, il quadro della Chiesa che viene fatto attualmente dalla
stampa non corrisponde a ciò che vivono i cristiani cattolici.
Nel
ribadire il nostro orrore davanti al crimine dei sacerdoti pedofili e la nostra solidarietà
alle vittime, invitiamo i mass media a un'etica di responsabilità che dovrebbe passare
per un trattamento più deontologico di casi come questi. I fenomeni di enfasi mediatica
non sono certamente riservati solo alla Chiesa, ma non per questo cessano di amareggiarci.
Pensiamo ai tanti sacerdoti che portano con coraggio, e a volte nella solitudine,
il messaggio di Cristo. Siamo con loro. Vediamo con favore la lettera dei vescovi
di Francia a Papa Benedetto XVI e auspichiamo di vedere la Chiesa cattolica uscire
con serenità e responsabilità da questa prova dolorosa".