2010-04-01 13:25:46

Vicenda degli abusi. La Chiesa: no ai falsi scoop, ma verità e trasparenza


Continua a tenere banco sulla stampa internazionale la questione degli abusi su minori da parte di esponenti del clero. Ce ne parla in questo servizio Sergio Centofanti.RealAudioMP3

Il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn ha presieduto ieri, nella Cattedrale di Santo Stefano, una Messa cui hanno partecipato alcune vittime degli abusi compiuti da esponenti del clero. Un momento intenso che ha visto anche il susseguirsi di testimonianze delle vittime: testimonianze forti e talvolta rabbiose. Il porporato ha chiesto perdono a nome della Chiesa per quanto compiuto da alcuni sacerdoti. Intanto sulla questione delle accuse al Papa per la gestione dei casi di abuso si registrano numerosi interventi.

 
Il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un articolo scritto per il sito online del Catholic San Francisco, il giornale della diocesi di cui era arcivescovo, afferma: noi americani non siamo considerati “esempi di alta cultura, ma possiamo essere orgogliosi della nostra passione per la giustizia”. Ebbene, aggiunge, devo ammettere “di non essere fiero del New York Times come esempio di giustizia”. Il quotidiano accusa infatti ingiustamente Benedetto XVI con “prosa altisonante” e “apparenti scoop” ignorando, con i “soliti pregiudizi”, che fu proprio l’allora cardinale Ratzinger a cercare di ripulire la Chiesa dalla sporcizia al suo interno, e in particolare dal 2001 allorché fu affidata alla Congregazione per la Dottrina della Fede la gestione degli abusi. Per quanto riguarda il caso del prete pedofilo Lawrence Murphy, ricorda quanto detto dal vicario giudiziario dell’arcidiocesi di Milwaukee, padre Thomas Brundage, che aveva la responsabilità della vicenda come presidente del collegio giudicante: non ha mai ricevuto alcuna comunicazione dal Vaticano di sospendere il processo contro Murphy, che quindi non è stato mai fermato fino alla sua morte nel 1998. Gli articoli del New York Times – conclude il porporato –“mancano di qualsiasi ragionevole standard di giustizia che gli americani hanno il diritto di trovare – e si aspettano di trovare – nei loro media principali”. (L'articolo integrale del cardinale Levada, intitolato "The New York Times and Pope Benedict XVI: how it looks to an American in the Vatican", è disponibile sul sito vaticano: www.resources.va. Per la traduzione italiana vedi sul nostro sito nella categoria Chiesa)
  
Interviene anche l’arcivescovo di New York, Timothy Dolan: “la Chiesa – afferma – ha bisogno di critica, tutto quello che chiediamo è che sia corretta e precisa”: per quanto riguarda il Papa “non è stato così”. Vero e falso s’intrecciano scandalosamente nelle ricostruzioni del New York Times: il resoconto sugli abusi è nauseante e amaramente vero ma le insinuazioni contro l’allora cardinale Ratzinger sono totalmente prive di fondamento e fanno parte di una campagna di falsità “ben oliata” contro il Papa. Tra l’altro – sottolinea il presule – la documentazione presentata dal quotidiano non fa altro che confermare che non ci fu alcun blocco del processo contro padre Murphy, il cui caso non costituisce nessun grande scoop giornalistico perché liberamente reso noto dalla stessa arcidiocesi di Milwaukee svariati anni fa. Perché – si chiede mons. Dolan – esce solo adesso questa “non-notizia”? Non ha fatto notizia invece – aggiunge - il recente rapporto sul rispetto della Carta di protezione dei bambini varata dalla Chiesa statunitense che prevede misure rigidissime per prevenire eventuali abusi: secondo il rapporto nell’ultimo anno vi sono sei accuse credibili di abusi in una Chiesa che conta 60 milioni di fedeli. Anche se ce ne fosse uno solo – rileva – sarebbe troppo: tuttavia si tratta di una percentuale notevolmente inferiore alla media nazionale ed è conosciuta perché la Chiesa ne dà un resoconto trasparente. Un giornale che vuole essere rispettabile – conclude l’arcivescovo di New York – dovrebbe semplicemente dire la verità.

 
In questo contesto c’è da registrare l’intervento di un altro importante giornale di New York, il Daily News, uno dei più diffusi negli Stati Uniti, che – pur rivolgendo critiche alla Chiesa - bolla senza mezzi termini come “false” le accuse del New York Times contro Benedetto XVI.

 
E alcuni giornali italiani ricordano due elementi: il fatto che le accuse rivolte all’allora cardinale Ratzinger sembrano ricoprire decenni di storia, mentre è solo dal 2001 che la Congregazione per la Dottrina della Fede assume la gestione diretta degli abusi da parte del clero. Inoltre, riguardo al cosiddetto “segreto pontificio” relativo ai casi di abusi, si ribadisce che non ha nulla a che vedere con la denuncia alle autorità civili ma riguarda solo il processo canonico per garantire le vittime e tutelare chi, accusato, potrebbe risultare innocente.

 
Da parte sua il cardinale brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, parla di azione concertata contro il Papa per renderlo responsabile di tutti i mali attraverso notizie forzate e strumentalizzate che vogliono criminalizzare tutta la Chiesa a fronte di delitti commessi solo da alcuni.

 
Il patriarca di Venezia Angelo Scola ribadisce il proprio affetto per Benedetto XVI che “tanto ha fatto e tanto fa per togliere 'ogni sporcizia' dalla compagine degli uomini di Chiesa” e al quale ''vengono rivolte accuse menzognere''.

 
Infine, l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell'omelia che ha pronunciato questa mattina nella Cattedrale di San Lorenzo in occasione della Messa Crismale, ha affermato che i sacerdoti "devono essere portatori di gioia" e "nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa, deprecabile, puo' annullare il bene compiuto". "La gente - ha ricordato ancora il cardinale rivolgendosi ai numerosi sacerdoti presenti - vi vuol bene e vi guarda con stima” perché "sempre e comunque, il mondo, credente o meno, guarda al sacerdote con l'aspettativa di vedere in noi il meglio dell'umanità e del bene. Vuole dal sacerdote niente meno che la santità".







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