2010-04-01 15:07:11

Aiuti per Haiti: 9 miliardi in 10 anni dai Paesi donatori. L'impegno della Chiesa


Nove miliardi dollari in dieci anni: la risposta di solidarietà della comunità internazionale alle necessità di Haiti, colpita dal terremoto del 12 gennaio scorso. Si è conclusa ieri sera la Conferenza per la ricostruzione del piccolo Paese caraibico, ospitata nel Palazzo di Vetro dell’Onu a New York. Presente ai lavori anche una delegazione vaticana. Il servizio di Roberta Gisotti. RealAudioMP3

 
“Dobbiamo gettare le basi per la ripresa di Haiti sul lungo termine”, aveva auspicato il direttore generale dell’Onu Ban Ki-moon in apertura della Conferenza dei Paesi donatori, 130 le delegazioni, oltre quella della Santa Sede, che ha perorato la piena cancellazione del debito estero di Haiti e sollecitato che i programmi pubblici e privati per la ricostruzione portino al “pieno e leale inserimento nel sistema economico mondiale di Haiti”, che - ricordiamo - era il Paese più povero dell’emisfero occidentale ben da prima del terremoto. Terremoto che ha sepolto sotto le macerie oltre 200 mila persone e lasciato senza tetto nella disperazione un milione e mezzo di abitanti.

 
Allora che cosa è stato deciso a New York? Gli aiuti complessivi saranno di 9 miliardi di dollari nell’arco di 10 anni. L’Onu ne aveva chiesti 11,5. Ma l’impegno di stanziarne 5,3 miliardi già nei prossimi due anni è superiore alle attese del governo di Port-au-Prince di averne 3,9 miliardi. 250 milioni di dollari aggiuntivi li offre la Banca Mondiale, che ha pure annunciato la cancellazione del debito di Haiti di 39 miliardi. Soddisfazione dunque generale. “Sarà un processo di finanziamento trasparente, verrà controllato passo passo”, ha assicurato il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, che farà affidamento sul marito Bill Clinton, nominato responsabile delle supervisione dei fondi assieme al premier haitiano, Jean-Max Bellerive. Gli Stati Uniti sono il Paese maggior donatore con 1,15 miliardi di dollari, che si aggiungono ai 2,8 miliardi mobilitati dal presidente Obama subito dopo il sisma, mentre l’Unione Europea offrirà 1,6 miliardi, che uniti ai contributi già versati e ai fondi raccolti dai cittadini europei nell’immediato della calamità – ha dichiarato Catherine Ashton - si arriva a circa 3 miliardi di dollari.

 
Generoso e tempestivo anche l’intervento offerto dalla Chiesa cattolica e dai fedeli in tutto il mondo. La Caritas internationalis, nel primo mese dopo il terremoto, ha raccolto 200 milioni di dollari in 40 Paesi, mentre altri vari organismi cattolici hanno inviato ad Haiti oltre 90 milioni di dollari per i bisogni più urgenti, e molti fedeli - dopo gli appelli di Benedetto XVI - hanno fatto donazioni a enti pubblici e privati nazionali e internazionali ed ancora numerose istituzioni e migliaia di persone, volontarie sul campo, si sono attivati per distribuire gli aiuti dell’Onu, dei governi e delle organizzazioni umanitarie, che non hanno strutture permanenti ad Haiti. Il contributo offerto da enti religiosi e Ong locali - ha assicurato la delegazione della Santa Sede - è stato significativo e continuerà a lungo dopo che organizzazioni internazionali e Ong avranno lasciato Haiti. La rete degli aiuti della Chiesa cattolica sarà quindi impegnata nei prossimi 5 anni in progetti di ricostruzione, che interesseranno diversi ambiti: casa, sanità, mezzi di sussistenza, educazione.







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