Messaggio pasquale del Patriarca Bartolomeo: la Chiesa è il miracolo della Risurrezione
Solo attraverso la fede in Gesù Cristo, "Dio-uomo capace di abbassarsi fino alla passione,
alla croce, al sepolcro, di discendere nelle viscere dell'inferno per risuscitare
dai morti", è possibile purificarsi da una "vecchia ruggine" che sussiste e rende
inclini al peccato. Così il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel
suo messaggio per la Pasqua – di cui riferisce L’Osservatore Romano - ricorda come
sia "una necessità assoluta di purificarci da questa ruggine con ogni attenzione e
cura, affinché la luce vivificante del Cristo risuscitato risplenda senza intralci
nel nostro spirito, nella nostra anima e nel nostro corpo e allontani le tenebre dell'ybris,
e affinché l'"abbondanza" della vita si spanda sul mondo intero". Un tale risultato
può essere ottenuto – sottolinea Bartolomeo - non attraverso la filosofia o la scienza,
l'arte o la tecnica, ma solo con la fede in Gesù Cristo. "Il solo Potente, il solo
Datore di vita - scrive il Patriarca ecumenico - dopo aver volontariamente assunto,
per mezzo della sua incarnazione, tutta la miseria della nostra natura e la sua capitolazione,
cioè la morte, ha ormai messo a morte l'ade con la folgore della divinità e donato
all'uomo la vita, una vita ‘in abbondanza’. Questa abbondanza di vita che il Risorto
ci ha donato, il diavolo, in accordo con il suo nome ‘il calunniatore’, non smette
di calunniarla e di screditarla benché ora fiaccato, totalmente impotente e insignificante.
Egli la calunnia - si legge ancora nel messaggio - per mezzo della ybris che
regna ancora nel mondo e che oltraggia Dio, il nostro prossimo, così come il creato
nel suo insieme". Secondo Bartolomeo, il diavolo è sempre presente, "con l'esistenza
dentro di noi di una vecchia ruggine, in particolare della tendenza al peccato. Il
calunniatore la usa sempre per prenderci in trappola, che si tratti del peccato in
sé o dell'errore riguardo la fede". L'ybris, ovvero l'orgoglio smodato, la
superbia, l'arroganza, è il frutto di quella "ruggine" ed entrambe costituiscono "la
sinistra coppia responsabile del turbamento delle relazioni con noi stessi, con gli
altri, con Dio e con il creato". La naturale predisposizione al male, il fascio di
spine delle passioni, che si nutre delle ruggini dell'"uomo vecchio", deve per necessità
essere trasfigurata, attraverso Cristo e l'amore di Cristo, alla stregua di tutte
le sue icone viventi che ci circondano, in un fascio di virtù, di santificazione e
di giustizia. Siamo chiamati - conclude il Patriarca - a purificarci a fondo, partecipando
così alla kenosi della croce del Dio e Uomo, affinché giunga la letizia pasquale,
la luce fulgida della risurrezione e la salvezza nella nostra vita e nel mondo". (R.G.)