2010-03-30 15:44:48

Mongolia: il prefetto apostolico descrive la realtà di questa piccola Chiesa


650 fedeli, decine di catecumeni, 87 missionari da 24 Paesi e di diversi ordini religiosi, quattro parrocchie e varie stazioni missionarie. Sono le cifre della giovane Chiesa in Mongolia che nel 2012 festeggerà il suo ventesimo anniversario e quello dello stabilimento dei rapporti diplomatici fra Santa Sede e Repubblica di Mongolia. Cifre di un successo di cui è senz’altro soddisfatto l’unico vescovo cattolico del Paese, mons. Wenceslao Padilla, Prefetto apostolico di Ulaanbaatar. “La mia gioia più grande è vedere questa piccola Chiesa nata dal nulla diventare matura e osservare la crescita del numero dei fedeli e delle attività della Chiesa”, ha dichiarato il presule in un’intervista al quotidiano della diocesi di Orlando “Florida Catholic”, ripresa dall’agenzia Cns. Il vescovo di origini filippine è stato uno dei primi religiosi giunti in Mongolia nel luglio del 1992, quando venne aperta l’allora Missione cattolica di Ulan Bator, affidata ai missionari della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria. All’arrivo di questo primo gruppo di missionari non c’era neanche un cattolico in Mongolia e il lavoro dell’“implantatio Ecclesiae” dovette cominciare da zero. La Missione, elevata a Prefettura apostolica di Ulaanbaatar nel luglio del 2002, è da sempre molto impegnata sul fronte umanitario e della promozione umana. In questi progetti sono oggi coinvolte diverse Congregazioni religiose, ma è significativo anche il contributo di tanti missionari laici per lo più da Stati Uniti, Corea, Taiwan e Paesi europei. Il frutto di questa opera di apostolato è stata appunto la costante crescita di fedeli in questo Paese buddista: nel 1995 si contavano appena 14 cattolici mongoli, oggi sono 650, a cui se ne aggiungeranno ben presto altri. La principale sfida oggi - spiega mons. Padilla – è sostenere questi fedeli nella loro fede e l’impegno della Chiesa nel campo sociale, dello sviluppo e della promozione umana. “Nel breve e nel lungo termine le varie e numerose opere che abbiamo avviato dovranno essere continuate e sostenute”, ha detto il vescovo, precisando che uno dei “problemi cronici” è quello di trovare i finanziamenti necessari per questi progetti. (L.Z.)







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