Haiti: l’impegno della Caritas italiana per superare la fase di emergenza umanitaria
post-terremoto
Su 3 milioni di euro raccolti dalla Caritas italiana per gli aiuti ai terremotati
di Haiti (di cui 2 milioni messi a disposizione dalla Cei) un terzo è stato già speso
per la prima fase di emergenza. Lo ha riferito all’agenzia Sir Davide Dotta, referente
della Caritas italiana a Port-au-Prince, dove lavora da un mese presso la Caritas
Haiti. “I primi soldi sono stati utilizzati per i bisogni più urgenti: cibo, acqua
potabile, tende, latrine, docce - spiega -. Gli altri 2 milioni serviranno per continuare
la fase di emergenza ed iniziare la ricostruzione. In vista della stagione delle piogge
e degli uragani dovremo cercare di spostare le persone in luoghi più adatti, ma non
sarà facile”. A Port-au-Prince sono 400 i campi censiti, ma insediamenti spontanei
con ripari di fortuna e tende sono ovunque, per strada, in mezzo ai vicoli, nei terreni
privati. “E’ un disastro immane – ha dichiarato Dotta – e dopo due mesi e mezzo di
aiuti internazionali la situazione è ancora estremamente fragile, perché la devastazione
è estesa e tocca il cuore della città. I problemi sono numerosissimi e richiederanno
una presenza degli operatori umanitari di lungo periodo”. (R.G.)