In crescita i flussi di migranti altamente qualificati verso i Paesi ricchi
“Il 23% dei medici formati nei Paesi dell’Africa sub-sahariana esercitano la loro
professione nel ricco Nord del mondo. Si tratta di un movimento migratorio in crescita”
che porta ad una perdita di risorse “rare e preziose per lo sviluppo dei Paesi del
Sud”. E’ quanto ha detto il demografo Philippe Fargues nell’ambito di una conferenza
del Consorzio euro-mediterraneo per la ricerca applicata sulle migrazioni internazionali
(Carim). Sul tema l’Agenzia universitaria francofona dell’Università senegalese di
Cheikh Anta Diop (Ucad) ha presentato 37 studi. Si tratta di una vera e propria fotografia
del fenomeno della migrazione qualificata. Dall’istantanea emerge che “sono gli Stati
ricchi a raccogliere il frutto della formazione nei Paesi poveri”. Non si può fermare
il movimento – ha sottolineato Fargues – ma per compensare il fenomeno “si potrebbero
introdurre nuove apposite tasse, come suggerito da alcuni premi Nobel”. Per i Paesi
di origine il movimento migratorio ha anche effetti positivi: “il migrante qualificato
invia in media rimesse superiori a circa 298 dollari rispetto ai fondi trasferiti
da quelli meno diplomati”. Dall’ufficio del primo ministro senegalese giunge una proposta
concreta, quella di mettere a punto un apposito programma di identificazione e localizzazione
dei dottorandi africani partiti all’estero per cercare di reintegrarli nel proprio
Paese di nascita. I dati emersi a Dakar confermano altre statistiche diffuse in passato
dall’Associazione delle Università Africane (Aua). L’esodo da anni minaccia lo sviluppo
nei settori della sanità, dell'economia e dell'istruzione. Una mancanza – ricorda
infine la Misna - che paradossalmente costringe i Paesi africani a ricorrere a professionisti
provenienti dall’estero. (A.L.)