Haiti: il dopo sisma esaspera le già drammatiche condizioni dei minori
“Rest-avec”: con quest’espressione è noto il drammatico fenomeno dello sfruttamento
lavorativo e sessuale che dilaga ad Haiti, dove almeno 380 mila bambini versavano
oggi in stato di abbandono, orfani di almeno un genitore, non solo a causa del recente
sisma. Questi minori – riferisce l’agenzia Sir - sono quelli più a rischio di essere
sfruttati o venduti. “Molti vanno a finire in Francia e negli Stati Uniti con la scusa
dell’adozione internazionale, dichiara Giovan Maria Ferrari, della Ong Terre des hommes,
presente ad Haiti per ricostruire due scuole gestite da Congregazioni religiose. “Le
famiglie, che hanno in media cinque figli, li vendono per avere meno bocche da sfamare.
Purtroppo da queste parti – spiega Ferrari - è un fenomeno accettato culturalmente
e difficile da arginare, senza anagrafe e senza controlli”. I bambini haitiani -
secondo le stime governative - sarebbero infatti 5 milioni, su 10 milioni di abitanti,
metà dei quali non sarebbe registrata all’anagrafe e solo 1 milione e 800 frequenta
la scuola, la cui riapertura delle lezioni dopo il sisma è prevista il prossimo 5
aprile. Ma è ancora impossibile sapere quanti alunni torneranno sui banchi. Cosi come
accade a Les Salines e Cité Soleil, nelle scuole dei salesiani rase al suolo dal sisma,
non si riesce infatti ancora a sapere quanti siano i bambini e i ragazzi rimasti sotto
le macerie. Si parla di 259 vittime in quattro strutture diverse, per la maggior parte
educatrici e adulti, mentre molti alunni sono morti in strada o in casa e sono stati
sepolti nelle fosse comuni senza essere identificati, racconta padre Olibrice Zucchi,
salesiano dell’Enam, enorme struttura con scuole e formazione professionale per 4600
studenti, oggi in gravi difficoltà economiche per la ripresa delle lezioni, che avverrà
in baracche e tende. (R.G.)