L'Onu: il Brasile è il Paese dell’America Latina con le maggiori disuguaglianze sociali
Secondo uno studio pubblicato da Un-Habitat, l’Agenzia delle Nazioni Unite per gli
insediamenti umani, il Brasile é il Paese con più forti disuguaglianze dell’America
Latina: mentre il 10% dei più ricchi possiede il 50,6% delle ricchezze prodotte, il
10% dei più poveri beneficia solo dello 0,8% del reddito nazionale. Il documento non
é tenero neppure con gli altri Paesi delle regione, ove un quinto dei più facoltosi
detiene il 56,9% della risorse. I Paesi con meno diseguaglianze dell’area, ossia Nicaragua,
Panama e Paraguay, presentano comunque disparità più gravi rispetto a qualsiasi Paese
dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e dell’Europa
orientale. Alle spalle del Brasile in quanto a ingiusta ripartizione del reddito,
si trova il Messico, che precede nell’ordine Argentina e Venezuela. Lo studio conferma
poi che se é vero che il fenomeno dell’urbanizzazione non ha contribuito a ridurre
la miseria, che negli ultimi decenni é anzi aumentata, é altrettanto vero che la popolazione
che vive nelle campagne e nei centri minori é mediamente più povera rispetto agli
abitanti delle metropoli. Nel 1970 ci sono stati 41 milioni di poveri nelle città
della regione, il 25% della popolazione di quel tempo, e nel 2007 sono stati registrati
127 milioni di poveri, il 29% della popolazione urbana. Si attesta infine che in Brasile
si trova in condizioni di povertà ben il 50,1% delle popolazione che vive in campagna,
presentando una situazione migliore di Colombia e Perù, ma lontana da Messico e Cile.
(R.P.)