2010-03-27 14:19:53

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


Nella Domenica delle Palme la liturgia ci presenta l’ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme su un puledro d’asina. La folla loda Dio a gran voce, dicendo:

«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».

 
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Entrare a Gerusalemme cavalcando un asino non è proprio il massimo della solennità: ma per Gesù anche questa forma è una scelta alternativa, come lo furono tante altre in quei tre anni di vita pubblica. Eppure la folla lo acclama, l’entusiasmo esplode: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore!”. In quel rabbì a cavalcioni su un puledro, passa un grande profeta, l’ispiratore di tanti sogni: la gente osannante lo ha capito. Solo per i capi quel passaggio è insulto e rischio: vedono il loro prestigio scosso, loro che amano farsi vedere in abiti solenni e farsi rispettare per il sussiego e la rigidità. Allora quel Maestro va tolto di mezzo, perché troppo fuori schema, troppo pericoloso, troppa gente lo segue. E in pochi giorni riusciranno a rovesciare la scena e mettergli il popolo contro. Sullo sfondo di questa giornata di gioia e applausi si staglia già il profilo della Croce e della morte. Una settimana di grandi emozioni questa che comincia. È il centro della nostra fede: misterioso percorso di umiliazione e di solidarietà redentrice.







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