2010-03-27 15:39:44

Filippine:120 donne povere delle baraccopoli di Davao ritrovano dignità e lavoro


Nelle baraccopoli di Davao City, a Mindanao, 120 donne hanno ritrovato la loro dignità fabbricando con stracci: cuscini, tende e raccoglitori per foto. E questo grazie a un gruppo di suore domenicane e volontari cattolici dell’Associazione per la consapevolezza e difesa della donna (Asawa). Scopo dell’organizzazione è quello di tutelare donne e bambini dalle violenze familiari, rendendole autosufficienti. Alice Dolera, una delle 120 donne, racconta all'agenzia AsiaNews che “diventare membro dell’Asawa mi ha dato un senso dignità e mi ha reso diversa davanti agli occhi della mia famiglia”. Alice è madre di 6 figli e per anni la sua famiglia ha vissuto solo con lo stipendio del marito, di professione tassista. Per la sua condizione di disoccupata la donna è stata per anni maltrattata dal coniuge e anche dai figli più grandi. “Prima di iniziare il mio lavoro – continua – l’unico stipendio di mio marito era tutto ciò che avevamo per vivere”. Vendendo i suoi prodotti, la donna guadagna ora circa 6 euro al giorno, e insieme allo stipendio del coniuge riesce a mandare i propri figli a scuola. “Nelle Filippine donne e uomini hanno uguali diritti - afferma suor Annabella del Castillo, domenicana e direttrice dell’Asawa – ma questo non accade per le famiglie povere, dove le donne subiscono atroci violenze da parte degli uomini”. La religiosa dirige l’organizzazione dal 2005 e in questi anni insieme a tre consorelle e 12 volontari ha sviluppato corsi di formazione al lavoro, programmi di sostegno psicologico e spirituale, che consentono alle donne, spesso poco più che ragazze, di essere autosufficienti e contribuire al sostegno della loro famiglia. L’Asawa, oltre a insegnare a queste donne un lavoro le aiuta nella vendita dei prodotti, a gestire le spese familiari e a prendersi cura dei figli più piccoli. Suor Annabella, afferma: “Con il nostro apostolato vogliamo aiutare una piccola parte delle donne povere e sfortunate della nostra società attraverso lo sviluppo della loro persona e delle comunità”. La religiosa aggiunge che “grazie al programma esse fanno esperienza della compassione e dell’amore di Dio e attraverso la fede nel Signore riusciranno a superare le difficoltà future”. (R.P.)







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