2010-03-27 12:19:31

Elezioni in Italia per il rinnovo di 13 regioni


In Italia vigilia delle elezioni che riguardano tredici regioni. Ieri si è chiusa una campagna elettorale ravvivata soprattutto dalle polemiche sull’esclusione della lista del Pdl a Roma e sulle regole dell’informazione politica televisiva. Preoccupazione per una possibile ondata di astensionismo. Le sfide più importanti e delicate nel Lazio e in Piemonte. Servizio di Giampiero Guadagni:
Può essere considerata un’occasione persa la campagna elettorale appena conclusa. Circa 41 milioni di italiani sono chiamati a votare per eleggere 13 presidenti di regione e anche 4 presidenti di provincia e 463 sindaci. Ma il confronto su temi concreti legati al territorio è stato offuscato dai soliti scontri che caratterizzano la vita politica nazionale, in particolare su giustizia e informazione. E anche le coalizioni sono nate più spesso come laboratori per le prossime elezioni politiche che come risposte ad esigenze specifiche delle singole regioni. Si vota, ricordiamo, in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Il premier Berlusconi parla di nuova scelta di campo, ma sottolinea che qualunque sarà il risultato il suo governo finirà la legislatura portando avanti le riforme. Sull’altro fronte, il segretario del Pd Bersani afferma che in caso di successo del centrosinistra dovrà cambiare l’agenda delle priorità del Governo. Ma in base a quali criteri lunedì prossimo a scrutini ultimati una coalizione potrà dire di aver vinto? Il punto di riferimento è il voto del 2005, che ha assegnato 11 regioni al centrosinistra e due - Lombardia e Veneto - al centrodestra. I leader nazionali mostrano prudenza e tengono bassa l’asticella. Per Berlusconi vince chi governerà la maggioranza degli italiani. Bersani, da parte sua, punta a mantenere almeno sette regioni. Vuol dire che la situazione è di sostanziale incertezza. Ma dall’impegno profuso dai leader la chiave del voto sembra essere soprattutto il risultato del Lazio. Dove si affrontano due donne. Renata Polverini, leader sindacalista candidata del centrodestra; ed Emma Bonino, leader radicale candidata del centrosinistra. La Polverini ha sottoscritto il manifesto del Forum delle associazioni familiari che impegna i candidati a sostenere politiche familiari nei Consigli e nei Governi regionali. La Bonino parla invece di interventi a favore della famiglia anagrafica e annuncia l’intenzione di riservarsi la delega sul settore sanità. Proprio a livello regionale, ricordiamo, sono ad esempio partite sperimentazioni sull’aborto chimico. In questo contesto, l’appello formulato nei giorni scorsi dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ha ricordato i valori non negoziabili, che fondano ogni altro valore sociale forte e sono principi cardine nelle scelte elettorali: dignità delle persona, tutela della vita in tutte le sue fasi, famiglia fondata sul matrimonio, libertà religiosa ed educativa.







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