L'Ue, dopo l’intesa sul piano anticrisi in Grecia, lancia la strategia per la ripresa
economica
Terminati i lavori del vertice Ue. Dopo l'accordo raggiunto ieri dai 16 leader della
zona euro sul piano di aiuti alla Grecia, oggi i 27 capi di Stato e di governo hanno
trovato una sostanziale intesa sulla strategia di crescita economica per i prossimi
dieci anni ("strategia Europa 2020"), pur rimandando a giugno l'accordo sui capitoli
istruzione e lotta alla povertà. I 27 hanno anche ribadito i propri “obiettivi ambiziosi”
sulla lotta ai cambiamenti climatici, pur concordando sulla necessità di procedere
gradualmente.
La Camera Usa approva le modifiche e dà il via libera alla
riforma sanitaria Il Congresso americano, dopo avere approvato domenica la
storica riforma sanitaria, ha dato luce verde ieri sera anche al pacchetto di modifiche,
completando il successo dei democratici e dell'amministrazione Obama. Il pacchetto
delle modifiche era già stato approvato dalla Camera domenica scorsa, ma poichè il
testo nella lunga battaglia al Senato aveva subito una modifica "tecnica" il testo
è tornato giovedì sera alla Camera per il voto definitivo. La Camera dunque ha approvato
per 220 voti a 207 (quattro più del minimo) il pacchetto di modifiche già approvato
poche ore prima al Senato (per 56 voti a 43). I repubblicani avevano cercato una rivincita
cercando di bloccare il passaggio delle modifiche con una serie di emendamenti al
Senato (tutti sconfitti). I repubblicani, che hanno votato in massa contro la riforma,
hanno promesso ai democratici di trasformare la campagna elettorale per il voto di
"midterm" di novembre in un referendum sulla riforma mettendo sotto accusa i democratici
che l'hanno approvata. Ma il presidente, Barack Obama, che ha conseguito con la riforma
un successo sfuggito per un secolo a numerosi altri inquilini della Casa Bianca, ha
raccolto la sfida dicendosi certo che gli americani, una volta assaporati nei prossimi
mesi i benefici della nuova legge, premieranno alle prossime elezioni il partito che
ha sostenuto la storica riforma. Medio Oriente Di ritorno da una difficile
missione negli Stati Uniti, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha convocato
per la mattinata di oggi a Gerusalemme una consultazione con i sei ministri a lui
più vicini nella quale esaminerà una serie di richieste avanzategli dal presidente
americano, Obama. Secondo il quotidiano Israel ha-Yom, vicino al premier, gli Stati
Uniti attendono una risposta israeliana già nei prossimi giorni, prima cioè dell'inizio
di una importante riunione della Lega Araba. Israel ha-Yom aggiunge che gli Stati
Uniti progettano di avviare negoziati indiretti fra Israele e Anp già al termine della
Pasqua ebraica, ossia all'inizio di aprile, dopo di che vorrebbero la ripresa di negoziati
diretti fra la due parti. Una delle controverse questioni che saranno al vaglio dei
ministri israeliani è la realizzazione di progetti edili ebraici a Gerusalemme est,
dei quali gli Stati Uniti chiedono il congelamento. Obama vuole inoltre ottenere da
Netanyahu l'impegno a proseguire il congelamento di nuovi progetti edili ebraici in
Cisgiordania, anche al termine di un periodo iniziale - fissato da Israele - di dieci
mesi. In un’intervista alla radio militare, un consigliere del premier, Nir Hefez,
ha precisato che quella odierna è semplicemente una consultazione, che potrebbe proseguire
la settimana prossima.
Pakistan: nuovi scontri tra esercito e integralisti
Violenti scontri a fuoco si sono verificati nella regione di Orakzai Agency,
una delle sette regioni tribali pakistane vicino al confine afghano, dove sono stati
uccisi cinque soldati pakistani e 21 guerriglieri islamici nei pressi di un posto
di blocco militare. L’attacco talebano è arrivato dopo l'uccisione a Feroz Khel di
un ufficiale e di quattro soldati, mentre altri 14 sono rimasti feriti. Il giorno
precedente, nell'area di Mamuzai l'artiglieria e l'aviazione hanno bombardato un seminario
dove erano riuniti decine di militanti del movimento islamico Tableeghi Jamaat, causando
la morte di 61 talebani e cinque membri delle forze di sicurezza. Lo scorso anno,
le forze pakistane hanno lanciato due grosse offensive contro i talebani nella valle
di Swat e nel Sud Waziristan, al confine afghano.
Iraq: oggi i risultati
delle elezioni. Testa a testa tra Maliki e Allawi La Commissione elettorale
irachena renderà noti oggi i risultati definitivi delle elezioni del 7 marzo scorso,
per cui è previsto un testa a testa tra lo sciita Nuri al Maliki e il suo rivale Allawi,
a capo di una coalizione laica che ha avuto un forte sostegno anche tra i sunniti.
La Commissione ha annunciato che terrà una conferenza stampa alle 17, ora italiana,
in un hotel della "zona verde" della capitale irachena. La ripartizione dei seggi
della futura Assemblea di 325 deputati sarà annunciata solo dopo che i risultati saranno
definitivamente certificati. La lentezza dello spoglio ha innescato reciproche accuse
di frodi e brogli tra i vari partiti, nonché manifestazioni da parte di centinaia
di iracheni nel centro di Baghdad per chiedere un nuovo conteggio manuale delle schede.
La dimostrazione è stata organizzata dai sostenitori del premier uscente, al Maliki,
che ha minacciato di non riconoscere l’esito del voto se non si provvederà al riconteggio,
respinto però dalla Commissione, che ha ritenuto infondate le accuse del premier uscente.
Thailandia:
nuove manifestazioni delle camicie rosse Continuano le proteste in Thailandia
per chiedere le dimissioni del premier, Abhisit Vejjajiva. I parlamentari dell'opposizione
insieme con i dimostranti antigovernativi si sono impegnati a organizzare un'altra
"storica manifestazione" nel fine settimana. Decine di migliaia di persone in maglietta
rossa sono giunte al 13.mo giorno di proteste per le strade, nei pressi del centro
storico di Bangkok, per chiedere che Abhisit sciolga il parlamento e indica nuove
elezioni. Una campagna, questa, guidata dai sostenitori dell'ex premier, Thaksin Shinawatra.
Nattawut Saikua, il leader della protesta, ha invitato i sostenitori a unirsi e a
partecipare in gran numeroalle manifestazioni previste per domani, che finora
si sono svolte in modo ordinato senza vittime ma solo pochi danni, dovuti alle granate
lanciate nei giorni scorsi contro edifici governativi.Le autorità comunque
non hanno accusato l'opposizione degli attentati.
Annunciata in Russia la
fine delle sovvenzioni sul gas Rivoluzione nel settore del gas in Russia: il
governo vuole porre fine alle sovvenzioni per i prezzi del gas all'interno del Paese,
proprio mentre il colosso statale del metano Gazprom cerca di aumentare i suoi profitti
dalle vendite domestiche per finanziare l'esplorazione di nuovi giacimenti e la costruzione
di gasdotti. I prezzi del metano destinato all'export e al mercato interno cominceranno
a convergere a partire dal prossimo anno e raggiungeranno la parità entro il 2014,
esclusi i costi di trasporto, ha reso noto Gazprom. Nel 2009, il prezzo medio del
metano venduto in Russia è stato di 1970 rubli (66,70 dollari) per mille metri cubi,
contro una media di 296 per i consumatori europei. Gazprom intende aumentare le vendite
di gas nel Paese dal 23% del 2009 al 38% nel 2014.
Mosca: primo vertice
di ministri dell’Agricoltura di Brasile, Russia, India e Cina Primo vertice,
oggi a Mosca, dei ministri dell'Agricoltura di Brasile, Russia, India e Cina (Bric)
per promuovere la cooperazione e togliere le barriere commerciali esistenti. Lo iferisce
l'agenzia Itar-Tass. I ministri discuteranno della sicurezza alimentare, delle politiche
statali per la fornitura di cibo agli strati più vulnerabili della popolazione e della
riduzione dell'impatto negativo dei cambiamenti climatici. L'incontro sarà suggellato
da una dichiarazione comune. I ministri incontreranno anche i rappresentanti del mondo
imprenditoriale russo. I Paesi del Bric producono il 40% del grano totale (oltre 260
milioni di tonnellate), il 50% dei suini (più di 50 milioni di tonnellate), oltre
il 30% del pollame (più di 30 milioni di tonnellate), e il 30% della carne bovina
(circa 20 milioni di tonnellate). Vi sono tuttavia vari ostacoli nel commercio tra
questi Paesi, comprese restrizioni all'import. La Cina vorrebbe togliere il bando
russo sull'importazione di animali vivi, sulla carne e sui latticini, mentre Mosca
vorrebbe esportare grano in Cina e Brasile. La Russia rappresenta il 65% dell'esportazione
di carne brasiliana e il 22% delle vendite di tè indiano, mentre la Cina importa il
40% del pesce russo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Carla
Ferraro) Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LIV no. 85 E' possibile
ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino
del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.