2010-03-26 15:39:50

L'Ue, dopo l’intesa sul piano anticrisi in Grecia, lancia la strategia per la ripresa economica


Terminati i lavori del vertice Ue. Dopo l'accordo raggiunto ieri dai 16 leader della zona euro sul piano di aiuti alla Grecia, oggi i 27 capi di Stato e di governo hanno trovato una sostanziale intesa sulla strategia di crescita economica per i prossimi dieci anni ("strategia Europa 2020"), pur rimandando a giugno l'accordo sui capitoli istruzione e lotta alla povertà. I 27 hanno anche ribadito i propri “obiettivi ambiziosi” sulla lotta ai cambiamenti climatici, pur concordando sulla necessità di procedere gradualmente.

La Camera Usa approva le modifiche e dà il via libera alla riforma sanitaria
Il Congresso americano, dopo avere approvato domenica la storica riforma sanitaria, ha dato luce verde ieri sera anche al pacchetto di modifiche, completando il successo dei democratici e dell'amministrazione Obama. Il pacchetto delle modifiche era già stato approvato dalla Camera domenica scorsa, ma poichè il testo nella lunga battaglia al Senato aveva subito una modifica "tecnica" il testo è tornato giovedì sera alla Camera per il voto definitivo. La Camera dunque ha approvato per 220 voti a 207 (quattro più del minimo) il pacchetto di modifiche già approvato poche ore prima al Senato (per 56 voti a 43). I repubblicani avevano cercato una rivincita cercando di bloccare il passaggio delle modifiche con una serie di emendamenti al Senato (tutti sconfitti). I repubblicani, che hanno votato in massa contro la riforma, hanno promesso ai democratici di trasformare la campagna elettorale per il voto di "midterm" di novembre in un referendum sulla riforma mettendo sotto accusa i democratici che l'hanno approvata. Ma il presidente, Barack Obama, che ha conseguito con la riforma un successo sfuggito per un secolo a numerosi altri inquilini della Casa Bianca, ha raccolto la sfida dicendosi certo che gli americani, una volta assaporati nei prossimi mesi i benefici della nuova legge, premieranno alle prossime elezioni il partito che ha sostenuto la storica riforma.
Medio Oriente
Di ritorno da una difficile missione negli Stati Uniti, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha convocato per la mattinata di oggi a Gerusalemme una consultazione con i sei ministri a lui più vicini nella quale esaminerà una serie di richieste avanzategli dal presidente americano, Obama. Secondo il quotidiano Israel ha-Yom, vicino al premier, gli Stati Uniti attendono una risposta israeliana già nei prossimi giorni, prima cioè dell'inizio di una importante riunione della Lega Araba. Israel ha-Yom aggiunge che gli Stati Uniti progettano di avviare negoziati indiretti fra Israele e Anp già al termine della Pasqua ebraica, ossia all'inizio di aprile, dopo di che vorrebbero la ripresa di negoziati diretti fra la due parti. Una delle controverse questioni che saranno al vaglio dei ministri israeliani è la realizzazione di progetti edili ebraici a Gerusalemme est, dei quali gli Stati Uniti chiedono il congelamento. Obama vuole inoltre ottenere da Netanyahu l'impegno a proseguire il congelamento di nuovi progetti edili ebraici in Cisgiordania, anche al termine di un periodo iniziale - fissato da Israele - di dieci mesi. In un’intervista alla radio militare, un consigliere del premier, Nir Hefez, ha precisato che quella odierna è semplicemente una consultazione, che potrebbe proseguire la settimana prossima.

Pakistan: nuovi scontri tra esercito e integralisti
Violenti scontri a fuoco si sono verificati nella regione di Orakzai Agency, una delle sette regioni tribali pakistane vicino al confine afghano, dove sono stati uccisi cinque soldati pakistani e 21 guerriglieri islamici nei pressi di un posto di blocco militare. L’attacco talebano è arrivato dopo l'uccisione a Feroz Khel di un ufficiale e di quattro soldati, mentre altri 14 sono rimasti feriti. Il giorno precedente, nell'area di Mamuzai l'artiglieria e l'aviazione hanno bombardato un seminario dove erano riuniti decine di militanti del movimento islamico Tableeghi Jamaat, causando la morte di 61 talebani e cinque membri delle forze di sicurezza. Lo scorso anno, le forze pakistane hanno lanciato due grosse offensive contro i talebani nella valle di Swat e nel Sud Waziristan, al confine afghano.

Iraq: oggi i risultati delle elezioni. Testa a testa tra Maliki e Allawi
La Commissione elettorale irachena renderà noti oggi i risultati definitivi delle elezioni del 7 marzo scorso, per cui è previsto un testa a testa tra lo sciita Nuri al Maliki e il suo rivale Allawi, a capo di una coalizione laica che ha avuto un forte sostegno anche tra i sunniti. La Commissione ha annunciato che terrà una conferenza stampa alle 17, ora italiana, in un hotel della "zona verde" della capitale irachena. La ripartizione dei seggi della futura Assemblea di 325 deputati sarà annunciata solo dopo che i risultati saranno definitivamente certificati. La lentezza dello spoglio ha innescato reciproche accuse di frodi e brogli tra i vari partiti, nonché manifestazioni da parte di centinaia di iracheni nel centro di Baghdad per chiedere un nuovo conteggio manuale delle schede. La dimostrazione è stata organizzata dai sostenitori del premier uscente, al Maliki, che ha minacciato di non riconoscere l’esito del voto se non si provvederà al riconteggio, respinto però dalla Commissione, che ha ritenuto infondate le accuse del premier uscente.

Thailandia: nuove manifestazioni delle camicie rosse
Continuano le proteste in Thailandia per chiedere le dimissioni del premier, Abhisit Vejjajiva. I parlamentari dell'opposizione insieme con i dimostranti antigovernativi si sono impegnati a organizzare un'altra "storica manifestazione" nel fine settimana. Decine di migliaia di persone in maglietta rossa sono giunte al 13.mo giorno di proteste per le strade, nei pressi del centro storico di Bangkok, per chiedere che Abhisit sciolga il parlamento e indica nuove elezioni. Una campagna, questa, guidata dai sostenitori dell'ex premier, Thaksin Shinawatra. Nattawut Saikua, il leader della protesta, ha invitato i sostenitori a unirsi e a partecipare in gran numero alle manifestazioni previste per domani, che finora si sono svolte in modo ordinato senza vittime ma solo pochi danni, dovuti alle granate lanciate nei giorni scorsi contro edifici governativi. Le autorità comunque non hanno accusato l'opposizione degli attentati.

Annunciata in Russia la fine delle sovvenzioni sul gas
Rivoluzione nel settore del gas in Russia: il governo vuole porre fine alle sovvenzioni per i prezzi del gas all'interno del Paese, proprio mentre il colosso statale del metano Gazprom cerca di aumentare i suoi profitti dalle vendite domestiche per finanziare l'esplorazione di nuovi giacimenti e la costruzione di gasdotti. I prezzi del metano destinato all'export e al mercato interno cominceranno a convergere a partire dal prossimo anno e raggiungeranno la parità entro il 2014, esclusi i costi di trasporto, ha reso noto Gazprom. Nel 2009, il prezzo medio del metano venduto in Russia è stato di 1970 rubli (66,70 dollari) per mille metri cubi, contro una media di 296 per i consumatori europei. Gazprom intende aumentare le vendite di gas nel Paese dal 23% del 2009 al 38% nel 2014.

Mosca: primo vertice di ministri dell’Agricoltura di Brasile, Russia, India e Cina
Primo vertice, oggi a Mosca, dei ministri dell'Agricoltura di Brasile, Russia, India e Cina (Bric) per promuovere la cooperazione e togliere le barriere commerciali esistenti. Lo iferisce l'agenzia Itar-Tass. I ministri discuteranno della sicurezza alimentare, delle politiche statali per la fornitura di cibo agli strati più vulnerabili della popolazione e della riduzione dell'impatto negativo dei cambiamenti climatici. L'incontro sarà suggellato da una dichiarazione comune. I ministri incontreranno anche i rappresentanti del mondo imprenditoriale russo. I Paesi del Bric producono il 40% del grano totale (oltre 260 milioni di tonnellate), il 50% dei suini (più di 50 milioni di tonnellate), oltre il 30% del pollame (più di 30 milioni di tonnellate), e il 30% della carne bovina (circa 20 milioni di tonnellate). Vi sono tuttavia vari ostacoli nel commercio tra questi Paesi, comprese restrizioni all'import. La Cina vorrebbe togliere il bando russo sull'importazione di animali vivi, sulla carne e sui latticini, mentre Mosca vorrebbe esportare grano in Cina e Brasile. La Russia rappresenta il 65% dell'esportazione di carne brasiliana e il 22% delle vendite di tè indiano, mentre la Cina importa il 40% del pesce russo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Carla Ferraro) 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 85
 
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