Polonia: no dei vescovi alla fecondazione assistita in vitro
In occasione della Giornata della Sacralità della Vita che in Polonia si celebra oggi,
e in concomitanza con la Giornata nazionale della vita che ricorreva ieri, il gruppo
di esperti della Conferenza episcopale polacca (Kep) ha pubblicato il documento contenente
i motivi dell’opposizione da parte della Chiesa al ricorso alla fecondazione assistita
in vitro. Il documento è stato annunciato dall’Ufficio stampa della Kep come contenente
una “valutazione totalmente negativa del metodo di fecondazione extrauterina in quanto
contraria alla fede cristiana, inaccettabile moralmente, e pericolosa sia per il bambino
che per la madre”. Il testo, afferma il comunicato, “è stato concordato con il Presidio
della Kep, non è quindi una semplice valutazione bensì un documento ufficiale della
Chiesa polacca”. Gli esperti, pur contrari alla fecondazione in vitro, rilevano tuttavia
che i figli concepiti con quel metodo dovrebbero essere accolti con rispetto e amore
in quanto, come ogni persona umana, meritevoli di godere in pieno dei diritti dell’uomo”.
Il documento inoltre, ricordando che “il metodo in vitro porta allo sviluppo e alla
nascita del 5-10% dei feti mentre la restante percentuale è condannata alla morte”,
sottolinea la rilevanza della ”sindrome in vitro” che colpisce non solo i genitori
dei figli così concepiti ma potrebbe in futuro colpire anche i figli stessi venuti
a conoscenza del fatto che la loro nascita è stata possibile al prezzo della morte
dei fratelli allo stato embrionale”. Il testo infine raccomanda il ricorso ai “metodi
alternativi alla fecondazione assistita in vitro” sottolineando soprattutto l’importanza
delle cure contro l’infertilità e si appella a tutte le famiglie che “con coraggio
e amore potrebbero adottare i bambini provenienti da orfanotrofi”. (R.P.)