N'Djamena: vertice dei Paesi del Sahel su acqua e lotta alla fame
Mobilitare le competenze tecniche e le risorse finanziarie per una gestione più responsabile
delle risorse idriche nella regione del Sahel: è il tema centrale del vertice del
Comitato permanente dei Paesi contro la siccità nel Sahel (Cilss) che si è aperto
oggi a N’Djamena. Nella capitale del Ciad - riferisce l'agenzia Misna - verrà siglato
un accordo di partenariato tra enti pubblici e privati e una coalizione mondiale denominata
“Controllo dell’acqua per lottare contro la fame nel Sahel” verrà istituita con l’obiettivo
di incrementare gli investimenti nel settore idrico. Secondo il Comitato, creato nel
1973 da nove Paesi della regione, “in realtà paghiamo le conseguenze della cattiva
distribuzione e gestione dell’acqua nello spazio e nel tempo piuttosto che di una
mancata disponibilità di risorse idriche”. Gambia, Guinea Bissau, Mauritania, Senegal,
Burkina Faso, Mali, Niger, Ciad e Capo Verde si sono uniti nel Cilss per sconfiggere
la fame e le conseguenze della siccità, due fenomeni strettamente collegati. In effetti
da mesi governi e organizzazioni non governative avvertono del rischio carestia che
in Niger minaccia metà della popolazione (circa 7,8 milioni di persone) e altri due
milioni in Ciad: nei prossimi mesi necessiteranno di aiuti alimentari a causa di produzioni
di cereali deficitarie nel 2009 legata a una siccità prolungata. In una lettera aperta
indirizzata al Cilss in vista del vertice di N’Djamena, allevatori e pastori del Sahel
denunciavano “la malnutrizione acuta che riguarda circa il 30% degli allevamenti con
il risultato che siamo costretti a vendere i capi di bestiame a basso prezzo; la nostra
categoria sta precipitando in modo irreversibile verso l’assoluta povertà” si legge
in quello che suona come un appello disperato.(R.P.)