2010-03-24 12:32:27

La denuncia del cardinale Sandri: Occidente indifferente di fronte alle discriminazioni dei cristiani in Medio Oriente


I cristiani in Terra Santa e Medio Oriente stanno subendo gravi discriminazioni nell'indifferenza dell'Occidente. È la denuncia lanciata dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nell'imminenza della Pasqua. Ascoltiamo il porporato al microfono di Helene Destombes:RealAudioMP3

R. – Non possiamo vivere nell’indifferenza, di fronte al dramma che stanno vivendo molti nostri fratelli cristiani, al punto che devono andare altrove per trovare condizioni di vita, di pace, di serenità per loro e per i loro figli. Loro hanno il diritto di continuare a vivere nella patria dove sono nati. Lì ci sono tutti i ricordi fisici, geografici concreti del passaggio di Gesù di Nazareth tra noi, il Figlio di Dio che si è fatto uomo per la nostra salvezza. Non dobbiamo essere indifferenti, dobbiamo cercare con tutte le nostre forze di dare tutto l’appoggio che possiamo a questi nostri fratelli. Si fa ogni anno una colletta e il Venerdì Santo è il giorno simbolico di questa colletta, che può essere fatta anche in un altro giorno. Ma l’importante è che noi non passiamo indifferenti come il levita o il sacerdote, quando hanno trovato per la strada quell’uomo che è stato malmenato dai ladri, che è stato calpestato nella sua vita, e colui che l’ha aiutato di più non era ebreo. Quindi, non dobbiamo essere indifferenti: che non passi davanti a noi il dramma della realtà del Medio Oriente, senza che ci sia da parte nostra una risposta di generosità e di sensibilità, perché è una risposta di generosità e di sensibilità a Gesù Cristo.

 
D. – Lei parla d’indifferenza un anno dopo il viaggio del Papa in Terra Santa. I suoi numerosi richiami alla pace sembrano non essere stati ascoltati...

 
R. – Intanto, voglio dire che tutti gli anni notiamo una grande generosità da parte di tutte le Chiese. Quindi, voglio innanzitutto dire grazie per tutto quello che avete dato negli anni precedenti, nelle collette precedenti. E certamente questo contribuirà anche quest’anno alla vita delle nostre comunità cattoliche. In generale, alla vita delle opere della Chiesa partecipano tutti, anche i non cristiani: si aiutano gli ospedali, le scuole, le università. Certamente, l’auspicio più grande, più intenso, è che Gerusalemme sia veramente la città della pace. Gli appelli del Papa sono stati tanti e ripetuti, pieni di passione: auspico che non siano soltanto ammirati, ma siano anche degni di una risposta di impegno alla pace, alla concordia di tutte le componenti di queste nazioni.

 
D. – Ha la speranza che il Sinodo per il Medio Oriente, che è stato convocato dal Papa nell’ottobre prossimo, possa sensibilizzare la comunità internazionale sul dramma che vivono i cristiani e i popoli di questa regione?

 
R. – Sì, certamente, penso che sarà un’occasione per riportare l’attenzione della Chiesa a questa regione, senz’altro. Io mi auguro che questo Sinodo dia delle direttive per la vita della Chiesa, soprattutto basate sul tema che lo stesso Papa ha posto per questo Sinodo: “Comunione e testimonianza”. Se noi viviamo la nostra vita cristiana in comunione con Cristo e la testimoniamo nella coerenza di ogni giorno, stiamo trasformando il mondo, anche se siamo un piccolo gregge, un piccolo numero. La forza di Dio opera attraverso questa nostra identificazione con Gesù, ed è questo il lavoro primario che devono fare le nostre Chiese, in modo che il Sinodo sia veramente portatore di crescita della vita cristiana in tutta quest’area.







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