Il cardinale Sepe ricorda a Roma mons. Romero a 30 anni dall'assassinio
Divenuto arcivescovo, mons. Oscar Romero maturò “una nuova responsabilità” e “divenne
il ‘pater pauperum’ e immediatamente anche il ‘defensor pauperum’. Romero era l’unica
voce che parlava in loro difesa”. Lo ha ricordato ieri sera a Roma il cardinale Crescenzio
Sepe, arcivescovo di Napoli, celebrando una Messa a S. Maria in Trastevere, per iniziativa
della Comunità di Sant’Egidio, a trent’anni dall’assassinio del vescovo salvadoregno.
L’arcivescovo di Napoli - riferisce l'agenzia Sir - ha ricordato come al cuore della
predicazione di Romero vi fosse “l’amore evangelico” e “quando lo scontro tra il governo
e la guerriglia si fece più duro” egli “pubblicò un appello contro la violenza”, convinto
che “solo l’amore cristiano avrebbe potuto salvare il Paese dalla tragedia”. “La forza
che i cristiani hanno – ha affermato il cardinale Sepe – è quella dell’amore gratuito
per gli altri. È la forza del martirio. In un’omelia dopo l’assassinio di un suo prete,
Romero sottolineava che tutti i cristiani sono chiamati allo spirito del martirio,
a dare la propria vita per gli altri”. Un appello che, ha concluso l’arcivescovo,
“mons. Romero lancia ancora oggi. Guai a sprecare questa forza. Sarebbe una grande
colpa. Oggi, nel cuore del XXI secolo, c’è bisogno di questa forza unica, della forza
dell’amore gratuito, per poter sperare in un mondo nuovo”. (R.P.)