2010-03-23 12:33:58

Magis e Jesuit Social Network: l'impegno sociale di enti e associazioni legate ai Gesuiti


Una Federazione formata da associazioni, fondazioni, centri studi – ispirata dal carisma di Sant’Ignazio di Loyola e organicamente collegata alla Provincia italiana della Compagnia di Gesù – che opera nella maggior parte dei campi del disagio sociale: minori a rischio, portatori di handicap, immigrati, detenuti, senza fissa dimora. E’ questa l’esperienza condotta dal Jesuit Social Network Italia (Jsn), organismo creato formalmente nel 2004 ma figlio della lunghissima esperienza di apostolato sociale che affonda le sue radici nell’opera di Sant’Ignazio. Lucas Duran ne ha parlato con Daniele Frigeri, segretario generale del Jsn:RealAudioMP3

R. – Lo stesso Ignazio proprio qua, a Roma, è stato il primo che ha avviato delle attività sociali della Compagnia: una mensa per i poveri ed un’attività di recupero per le prostitute proprio qui, nel centro di Roma. Ma soprattutto, Ignazio è stato molto chiaro con i suoi primi compagni sulla necessità di avere un contatto con la povertà: un’attività di promozione sociale che è fondamentale per capire la realtà che si vive e soprattutto per poter cambiare le strutture che generano quest’ingiustizia. Questo ha dato proprio l’ispirazione alla metodologia di Ignazio.

 
D. – In questo senso, come cercate, voi del Jsn, di mettere in pratica questa ispirazione nel 21.mo secolo?

 
R. – Questa è stata la sfida che la Compagnia e i laici che lavorano con essa ha accolto creando il Jsn. Si aveva a disposizione una quantità di attività sociali sparse un po’ su tutto il territorio italiano, si aveva un metodologia di riferimento – che era la metodologia ignaziana – e si avevano centri che lavoravano sul campo e centri-studi che lavoravano in ambito sociale. La sfida è stata quindi proprio di mettere insieme queste realtà e creare una Federazione.

 
D. – Abbiamo parlato di Compagnia di Gesù: chi può partecipare al Jsn?

 
R. – La Federazione partecipa alle attività che in qualche modo si riconoscono nella Compagnia di Gesù. All’interno di ciascuna attività, le collaborazioni sono veramente varie: in particolare, collaborazioni di tipo professionale legate ai bisogni che si affrontano col volontariato, che è comunque la risorsa fondamentale anche all’interno del Jsn. Sono tantissimi e generosi i volontari che ogni giorno, a partire dal Centro Astalli, fanno servizio di mensa o nei dormitori e così via, per cui il contributo, in questo senso, è assolutamente aperto. Quello che forse è importante dire è che c’è la disponibilità di lasciarsi mettere in gioco. Questa è la caratteristica che attraversa l’attività della Compagnia di Gesù. La relazione con l’altro è una cosa fondamentale.

Animato dal medesimo carisma ignaziano, ma con una più spiccata vocazione missionaria internazionale, è il lavoro condotto dalla Fondazione Magis, il Movimento ed azione dei Gesuiti italiani per lo sviluppo. Si tratta di un ente senza fini di lucro nato nel 1988, impegnato in favore dei Paesi economicamente meno sviluppati, con funzioni di coordinamento delle iniziative di solidarietà della Compagnia di Gesù. Il presidente del Magis, Marco Petrini, illustra alcuni dei progetti di solidarietà al microfono di Lucas Duran: RealAudioMP3

R. – Partiamo dal Madagascar, dove sono tanti i missionari Gesuiti italiani ma c’è tanta presenza anche di Gesuiti locali. Lì troviamo un'esperienza straordinaria realizzata da un Gesuita italiano, il quale è riuscito a fare un progetto che si chiama “Esodo urbano” ed è esattamente il contrario di quello che avviene in tutto il mondo: dalla campagna le persone si muovono verso la città per cercare lavoro. Lui, invece, vedendo che le persone arrivavano nella capitale del Madagascar e si trovavano in difficoltà per trovare lavoro, è riuscito un po’ alla volta a portare delle persone nuovamente nella campagna, nell’interno del Paese, e a impiegarli in un’agricoltura che è rinata da zero. Da un terreno completamente brullo, senza niente, ha costruito gradualmente, con queste persone, campi coltivati, case, scuole e adesso addirittura un piccolo ospedale. Restando sulla sanità, penso ad un posto molto più vicino a noi, per certi versi molto più difficile, cioè l’Albania. In Albania, siamo presenti da tanti anni, anche con un progetto istituzionale, perché con il Ministero degli Esteri e la Direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo stiamo realizzando un intervento a favore dei bambini con handicap uditivo e quindi stiamo accompagnando anche le istituzioni albanesi in un percorso che vuole portare le persone affette da questo handicap verso una situazione molto più vicina a quella italiana ed europea. (Montaggi a cura di Maria Brigini)







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