2010-03-22 14:58:28

La Lettera del Papa ai cattolici d'Irlanda: la riflessione del vescovo di Como e del presidente di Azione Cattolica


Un documento che, nel dolore, apre alla speranza. E’ sempre in primo piano, a livello internazionale, la Lettera indirizzata dal Papa ai cattolici dell'Irlanda sullo scandalo degli abusi su minori nella Chiesa. Dal canto suo, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha accolto con favore la Lettera del Papa, secondo quanto reso noto dal suo portavoce. Giustizia e misericordia sono le parole chiave del documento pontificio. Lo sottolinea il vescovo di Como, mons. Diego Coletti, intervistato da Luca Collodi:RealAudioMP3

R. – Il tono della Lettera è certamente molto forte, anche in riferimento alla gravità di tante situazioni che, tuttavia, non devono farci dimenticare che lo sfondo generale delle nostre comunità cristiane e anche dei nostri preti è uno sfondo molto sano. Qui si tratta di delitti gravissimi e particolarmente odiosi, soprattutto a livello di vittime innocenti, per le quali Gesù ha usato toni fortissimi anche nel Vangelo.
 
D. – Il Papa, rivolgendosi ai sacerdoti colpevoli di questi crimini, li esorta a riconoscere apertamente la colpa e a sottomettersi alle esigenze della giustizia…
 
R. – Appunto. Senza dimenticare lo sfondo dell’infinita misericordia di Dio, dobbiamo ricordare che chi si ritrova colpevole di azioni particolarmente odiose ed efferate deve assumersi la responsabilità di un riconoscimento sincero, di una richiesta di perdono in tutte le direzioni, di un risarcimento del male che si è fatto e di personale penitenza, anche in riferimento alle leggi dello Stato che sanzionano le conseguenze penali rispetto a determinati comportamenti.
 
D. – L’attenzione, nei giorni scorsi, del dibattito pubblico su questi temi, si è concentrata sull’ingresso dei giovani all’interno dei seminari. Si possono evitare casi di questo tipo a partire da una scelta precisa di ingresso in seminario? Tra l’altro è un tema che anche lo stesso Benedetto XVI tratta in questa Lettera…
 
R. – Nei seminari milanesi, nei quali ho fatto prima l’insegnante e poi il rettore per 11 anni, ho trovato una tradizione da questo punto di vista molto seria, molto rigorosa. Si chiedeva agli alunni, con pieno rispetto dell’intimità delle persone che venivano guidate dalla direzione spirituale, dalla Confessione e dalla predicazione generale, una verifica ed un controllo molto serio e molto responsabilizzato della loro maturità affettiva, della loro capacità di resistere a pressioni e a situazioni che si sono poi andate certamente aggravando. Penso che il Papa, nella Lettera, si riferisca anche a questo quando dice che si tratta di un ambiente degradato in maniera generale e che quindi a maggior ragione i seminari devono alzare le difese e creare dei percorsi educativi che siano adatti alla situazione di oggi, per formare uomini sereni e liberi nella gestione della loro affettività. Uomini capaci di evitare in maniera assoluta queste involuzioni e deviazioni che non è sempre possibile prevedere ma che in tanti casi vanno almeno intraviste dal punto di vista della fragilità o della minore consistenza della persona. 
Vicinanza alle vittime e condanna degli abusi viene anche espressa dall’Azione Cattolica Italiana. Al tempo stesso, l'associazione stigmatizza quei tentativi di strumentalizzare la vicenda per attaccare il Papa e la Chiesa nella sua totalità, disconoscendo la realtà dei fatti. Al microfono di Alessandro Gisotti, il commento del presidente di Azione Cattolica, Franco Miano: RealAudioMP3

R. – Il Santo Padre ci richiama agli elementi essenziali della nostra fede, che non sono separati da questa drammatica questione della pedofilia, perché attraverso gli elementi essenziali della nostra fede noi da un lato ci mettiamo in contatto con il Signore e, dunque, con l’idea della giustizia di Dio, la quale non ci consente di nascondere nulla. La presa di posizione del Papa è in questa linea. Però, una giustizia che non si separa mai dalla misericordia, anche nelle situazioni più gravi e più critiche.
 
D. – Ecco, dunque, accanto alla denuncia fortissima, inequivocabile, Azione Cattolica sottolinea che non si può cancellare tutto il bene che i sacerdoti, la stragrande maggioranza di loro, compie ogni giorno...
 
R. – Riteniamo che sia questa una puntualizzazione necessaria. Il male, pur presente nell’esperienza triste e tutta da condannare, non oscura il bene che è moltissimo, che i sacerdoti compiono a sostegno della vita di tanti giovani, di tanti ragazzi, di tante persone. E non possiamo non esprimere la nostra gratitudine per il loro ministero svolto in mezzo a noi e anche per noi, che è sempre un ministero di sostegno alla crescita libera delle persone, alla crescita responsabile delle persone, e questo sostegno, che è fondamentale, che è stato ed è fondamentale anche per la storia del nostro Paese, non solo per la vicenda della nostra Chiesa, è un sostegno che va riconosciuto.
 
D. – C’è chi strumentalizzando questa dolorosa vicenda coglie l’occasione per una campagna anticattolica che quasi sembra volta a cancellare duemila anni di storia, il patrimonio, i valori...
 
R. – Sicuramente è triste vedere come da alcune vicende si colga l’occasione per riflessioni ingiustificate di un respiro così ampio. Riflessioni ingiustificate da un punto di vista storico, ingiustificate da un punto di vista proprio della realtà anche dei fatti ultimi e ingiustificate anche rispetto al senso stesso, vivo, concreto ed attuale, non solo passato, del contributo che la Chiesa dà alla promozione dell’uomo, in ogni senso. Noi, come Azione Cattolica, vorremmo testimoniare invece il grande bene di questa relazione tra laici e sacerdoti, che la nostra esperienza ci porta a cogliere e a vivere partendo dai ragazzi. Non possiamo che rifiutare con forza ogni tentativo di strumentalizzazione.







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