2010-03-22 15:03:08

Francia: dopo la sconfitta alle regionali Sarkozy verso il rimpasto di governo


Elezioni regionali ieri in Francia. Il secondo turno ha visto trionfare la Sinistra con il 53,85%, contro il 35,53% ottenuto dal partito di governo (Ump) del presidente Nicolas Sarkozy. Buon risultato anche per il Fronte nazionale di estrema destra di Jean-Marie Le Pen, che ha superato il 9% dei consensi. Dall'Eliseo già nella notte è giunto un messaggio chiaro: “Il presidente - si legge in un comunicato – è deciso ad ascoltare il segnale arrivato dalle urne”. A questo punto si profila un rimpasto tecnico del governo di Francois Fillon, che questa mattina ha incontrato il presidente. Ma come si è giunti a questo risultato, in realtà largamente annunciato? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Domenico Quirico, corrispondente da Parigi per il quotidiano "La Stampa":RealAudioMP3

R. – C’è un problema generale di rapporto tra Sarkozy e i francesi. I francesi l’avevano votato con un plebiscito alle elezioni presidenziali e progressivamente si sono accorti che tutte le sue promesse e il suo modo di governare non è quello che si erano aspettati.

 
D. – Molti francesi gli rimproverano anche di avere concentrato troppo il potere nelle sue mani. Ci sarà un cambiamento nella politica futura di Sarkozy?

 
R. – Questo non credo. Un Sarkozy meno onnipresente è una contraddizione in termini, non potrebbe esistere. All’interno del partito di centro-destra però cominciano a nascere sempre più forti delle voci di dissenso e – pericolo ancora maggiore per il presidente – potrebbero nascere degli oppositori, che puntano ad essere presenti alle elezioni presidenziali 2012.

 
D. – Ma la sinistra saprà approfittare di questo vantaggio per le presidenziali del 2012? E Sarkozy quali carte giocherà per riconquistare la fiducia dei francesi?

 
R. – Sarkozy si trova sostanzialmente in una posizione molto complicata, perché i mezzi attraverso cui una politica di grandi riforme poteva essere attuata non esistono: la Francia è in un momento economico di grande debolezza, lo Stato è fortemente indebitato e la disoccupazione è oltre il 10 per cento. Sostanzialmente i suoi margini di manovra sono molto bassi, ma soprattutto dovrà scegliere con che immagine affrontare i due anni e mezzo di questa lunghissima campagna elettorale che precede le presidenziali. A sinistra, io sono francamente molto, molto prudente nel definire che sia nato qualcosa di veramente e sostanzialmente nuovo rispetto ai mali storici della sinistra francese. Il problema è il suo rinnovamento: è un partito vecchio, arcaico nell’ideologia, nel modo di affrontare la realtà. Questo non è sostanzialmente risolto e non si vive, credo, soprattutto nei confronti di un’elezione presidenziale, semplicemente degli errori dell’avversario.

 
In Afghanistan scoperta fossa comune con 1000 cadaveri
In Afghanistan una fossa comune che conterrebbe almeno 1000 cadaveri risalenti all'epoca dell'occupazione sovietica è stata localizzata alla periferia della città orientale di Jalalabad. Ieri quattro razzi sono stati lanciati, ieri sera, su Kabul, due dei quali hanno colpito una zona vicina alle installazioni militari nell'aeroporto internazionale di Kabul. Intanto il presidente afghano Hamid Karzai ha incontrato un’autorevole delegazione del movimento oppositore Hezb-i-Islami di Gulbuddin Hekmatyar per discutere le prospettive del processo di riconciliazione nazionale proposto dal capo dello Stato. Un mese fa il nipote di Gulbuddin Hekmatyar, Feroz Hekmatyar, ha rivelato in un’intervista ad una tv pakistana un piano di pace che propone l'inizio del ritiro delle truppe straniere in luglio e il passaggio della sicurezza in Afghanistan, nel giro di sei mesi, alle forze militari e di polizia nazionali. Il piano prevede anche che l'attuale governo resti in carica fino alle prossime elezioni e alla conseguente formazione di un altro governo.

Comandante talebano arrestato in Pakistan
Un importante comandante talebano è stato arrestato, ieri, insieme a sei suoi collaboratori, nella città pakistana di Peshawar, non lontano dal confine con l'Afghanistan. Lo riferiscono i media a Islamabad. Secondo Dawn News Tv, il comandante talebano arrestato si chiama Iliyas, conosciuto anche come Chota Usman, ed è originario dell'area tribale conosciuta come Mohmand Agency. È accusato di avere organizzato numerosi attacchi contro le forze di sicurezza e di essere responsabile di un tribunale islamico parallelo a Pundyali Tehsil (provincia), roccaforte dei talebani nella Mohmand Agency.

Il premier israeliano Netanyahu in visita negli Stati Uniti
Secondo agenzie di stampa, il segretario di Stato americano Hillary Clinton in un discorso che pronuncerà oggi all'Aipac, lobby ebraica filoisraeliana affermerà che Israele deve compiere “scelte difficili ma necessarie” lungo la strada del processo di pace perchè lo status quo nei rapporti con i palestinesi non è sostenibile. Bisogna dire che il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che comincia oggi una visita negli Usa, oltre al presidente Barack Obama, vedrà anche il vicepresidente, Joe Biden, e la segretaria di Stato, Hillary Clinton. Nella giornata di oggi è previsto l'intervento di Netanyahu al Congresso annuale dell'Aipac, la potente associazione ebraica americana, dove parlerà anche Hillary Clinton. Dopo il discorso all'Aipac, il segretario di Stato incontrerà il premier israeliano. L'incontro con il presidente Obama è invece in programma per domani. Le tensioni tra Usa e Israele sono cominciate durante la visita di Biden in Israele, due settimane fa quando è stata annunciata la costruzione di 1600 appartamenti a Gerusalemme est.

Duro comunicato dell’Olp per l’uccisione di due giovani palestinesi presso Nablus
Crescono le polemiche all'indomani dell’uccisione di due giovani palestinesi da parte dell'esercito israeliano in un incidente avvenuto presso Nablus (Cisgiordania). L'Olp ha pubblicato in merito un duro comunicato mentre la stampa israeliana solleva interrogativi sulla versione fornita dai soldati. L'incidente in questione è avvenuto nel villaggio di Awarta (Nablus) quando, secondo la prima versione dell'esercito israeliano, due giovani palestinesi hanno cercato di assalire un militare israeliano. Secondo questa versione, i due - Mohammed e Saleh Quarik, di 19 anni - sarebbero stati colpiti a morte dal fuoco dei suoi commilitoni.

Arrestato a Teheran il nipote dell'ex presidente iraniano Rafsanjani
Il nipote del'ex presidente iraniano Akbar Hachemi Rafsanjani è stato arrestato oggi prima dell'alba al suo arrivo a Teheran da Londra. Lo riferisce l'agenzia di stampa Fars e un sito dell'opposizione. “Hassan Lahuti, che aveva lasciato l'Iran per Londra 10 giorni dopo le elezioni presidenziali (il 12 giugno scorso) è stato arrestato la scorsa notte al suo arrivo a Teheran, fermato da agenti muniti di mandato di cattura, ed è stato condotto in prigione”, riporta la Fars citando una fonte vicina alla famiglia Rafsanjani non meglio identificata. Non sono stati precisati i motivi dell'arresto. Secondo il sito dell'opposizione Rahesabz.net, “Lahuti (23 anni) è stato arrestato al suo arrivo all'aeroporto e condotto nella prigione di Evin, a Teheran”. Lo stesso sito, citando fonti non identificate, ha aggiunto che la detenzione di Lahuti “potrebbe essere legata alle accuse di alcuni ultraconservatori circa il ruolo della figlia di Hachemi Rafsandjani, Faezeh (madre di Hassan), nelle proteste post-elettorali”, la quale era stata accusata di aver incitato i “moti” ed era stata sua volta posta sotto arresto per un breve periodo dopo la contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad presidente. Anche l'ex presidente Rafsanjani (1989-1997) è stato criticato per il suo sostegno all'opposizione.

Manifestazioni antigovernative a Bangkok per chiedere nuove elezioni
Continua la protesta delle "camicie rosse" thailandesi per lo scioglimento del Parlamento da parte del primo ministro Abhisit Vejjajiva. Durante questa fine settimana, qualche esplosione è stata avvertita in diversi punti della città: una bomba è esplosa dinanzi alla sede del governo, senza provocare vittime, e un’altra nei pressi del Ministero della difesa, ferendo una persona. Un portavoce dell’esercito ha annunciato che, da oggi, gli ufficiali thailandesi passeranno ad impugnare le armi, mentre i militari saranno schierati, privi di armi, vicino ai manifestanti nel centro della città. “A causa degli incidenti violenti del passato – ha indicato un colonnello – il governo è preoccupato dell'attuale situazione ed è necessario adeguare le misure di sicurezza”. Le camicie rosse, che sostengono l'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, sono disposte a negoziare, a condizione che tra le trattative vi sia lo scioglimento del parlamento. Mentre i dimostranti antigovernativi rimangono in piazza per il nono giorno consecutivo, la lunga marcia ieri nella capitale - 70 mila persone, che hanno percorso 46 km - è stata dichiarata "un successo" dalla leadership dei "rossi".

In India nuovi attacchi di ribelli maoisti
Si registrano nella giornata di oggi nuovi attacchi da parte dei ribelli maoisti in due Stati indiani del nord-est. Muniti di mine, i guerriglieri hanno distrutto un piccolo ponte nel distretto orientale di Singhbhum, nello Stato del Jharkhand, e un tratto dei binari della ferrovia del distretto di West Midnapore, nel Bengala Occidentale. I ribelli hanno poi organizzato uno sciopero generale di due giorni in sette Stati nord-orientali come segno di protesta contro la legge finanziaria del 2010-2011, ritenuta penalizzante e poco attenta alle classi più bisognose. Le mobilitazioni seguono il ritrovamento di un ordigno nascosto nella stiva di un aereo con 27 passeggeri atterrato ieri all’aeroporto di Thiruvanamthapuram, a Kerala, Stato meridionale dell’India. Evacuato il velivolo e trasferito in un’area isolata per i dovuti controlli, i passeggeri ne sono usciti illesi. Sorgono pesanti incognite da parte del governo di New Dehli sull’efficacia dei sistemi di controllo e di sorveglianza negli aeroporti indiani, ove ritorna l’incubo degli attentati. Secondo quanto affermato dal ministro degli Interni indiano, Palaniappan Chidambaram, gli integralisti islamici e i ribelli maoisti rappresentano i due principali problemi per la sicurezza del Paese.

Secondo uno studio, in India l’economia sommersa vale metà del Pil
L'insieme dell'economia sommersa dell'India equivale al 40% e forse anche al 50% del prodotto interno lordo (Pil). Lo scrive oggi il quotidiano The Times of India. Se si prende in considerazione il totale di beni di consumo "piratati" o contraffatti, il contrabbando, le scommesse clandestine e anche le “bustarelle”, sostiene il giornale in uno studio, si tratta di un giro di affari da capogiro. Sebbene non ci siano statistiche ufficiali, si calcola che il denaro in nero ammonti a circa 500 miliardi di dollari, ovvero oltre il 40% della ricchezza indiana. Secondo il prof. Arun Kumar, docente alla Jawaharlal University e autore di un libro sull'argomento, l'economia in nero equivale addirittura alla metà del Pil indiano. Qualora queste attività diventassero legali, e quindi tassabili secondo una aliquota del 30%, si genererebbe un flusso di entrate per le casse statali maggiore di quello raccolto dal fisco per l'anno 2009-2010. Secondo il giornale infine, la diffusa contraffazione di prodotti elettronici e di medicinali rappresenta la perdita maggiore per l'erario, seguita dalla fiorente industria della pirateria di Dvd e Cd musicali.

Il governo cambogiano minaccia di espellere il rappresentante dell’Onu
Il governo cambogiano ha minacciato di espellere il rappresentante delle Nazioni unite a Phnom Penh, accusato di “inaccettabile ingerenza”, a seguito di un comunicato in cui reclamava un dibattito pubblico e trasparente sulla corruzione nel Paese. Lo ha riferito una fonte all'Afp. Delle agenzie dell'Onu avevano reclamato all'inizio di marzo un processo “trasparente e partecipativo” durante un dibattito in Parlamento di una legge anticorruzione molto controversa, e finalmente adottata dopo che l'opposizione ha abbandonato l'aula. In una lettera indirizzata ad un rappresentante delle Nazioni Unite a Phnom Penh, Douglas Broderick, il ministro cambogiano degli Esteri Hor Namhong ha accusato il suo ufficio di “ingerenza inaccettabile e flagrante negli affari interni della Cambogia". “La reiterazione di un tale comportamento - ha aggiunto in una nota - costringerà il governo reale di Cambogia a fare ricorso ad un provvedimento di 'persona non grata'".

In Cina il processo Rio Tinto
Almeno uno dei quattro manager dell'impresa australiana "Rio Tinto" sotto processo per corruzione a Shanghai si sarebbe dichiarato colpevole. Uno degli avvocati dei quattro imputati, l'australiano Stern Hu e tre dei suoi collaboratori cinesi, ha detto ad un gruppo di giornalisti che lo stesso Hu si è dichiarato colpevole di aver ricevuto “mazzette” per 890mila dollari, cioè molto meno di quanto sostenuto dall'accusa. I quattro manager sono stati arrestati nel luglio del 2009, pochi giorni dopo il fallimento delle trattative per una joint venture miliardaria tra la Rio Tinto e l'impresa cinese Chinalco. Il processo contro i quattro, che ha suscitato timori sull'affidabilità della legge in Cina tra gli investitori stranieri, si è aperto oggi a Shanghai. A Pechino per un convegno sull'economia chiuso ai giornalisti, il presidente esecutivo della "Rio Tinto" Tom Albanese ha intanto affermato che la sua compagnia “è molto preoccupata” per il processo ma ha aggiunto che “rispetterà le decisioni della magistratura cinese”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Clara Ferraro)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 81

 
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