Terremoto in Cile: emergenza già dimenticata nei media. Il piano di aiuti della Caritas
italiana
Anche quella del Cile rischia di diventare un’emergenza dimenticata: dopo il clamore
mediatico seguito al sisma che ha sconvolto il Paese lo scorso 27 febbraio, ormai
i riflettori sulle macerie sembrano essersi spenti. Secondo un bilancio aggiornato
del governo di Santiago, i morti sono 452, 96 i dispersi e 800 mila le persone danneggiate
dal terremoto. Intanto proprio in questi giorni la Caritas Italiana ha avviato un
nuovo piano di aiuti: un impegno di 9,5 milioni di euro, per una durata di 9 mesi
rivolto ad oltre 542 mila persone. Ma cosa prevede il piano di aiuti? Paolo Ondarza
lo ha chiesto a Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della
Caritas Italiana.
R. – Sin
dal primo momento, la rete delle Caritas diocesane locali, coordinate dalla Caritas
Cile, ha avviato i primissimi interventi di aiuto, addirittura di salvataggio di alcune
vite umane. Ora questo impegno è stato configurato in un piano complessivo di aiuti
per i prossimi nove mesi, che prevede secondo le consuete linee di azione della Caritas
sostegno alimentare nei campi profughi dove sono state rilocate le persone, prodotti
di igiene e di base, indumenti, eccetera. Ci sono poi iniziative piccole ma significative
di volontariato locale ed anche una panetteria mobile, a Concepción, che quotidianamente
distribuisce 6 mila pagnotte. D. – L’entità del vostro piano
di aiuti dimostra che la situazione in Cile resta grave, nonostante – come spesso
accade – su di essa si siano spenti i riflettori dei media … R.
– Sono più di dieci anni che osserviamo i media nazionali italiani, e vediamo come
appunto si possa effettivamente parlare di emergenze dimenticate, di conflitti dimenticati,
di situazioni dimenticate nel mondo, per le quali comunque non mancano i fatti, le
notizie, la drammaticità di alcuni eventi ma che finiscono sotto i riflettori per
pochissimo tempo, e generalmente quando ci sono italiani coinvolti. D.
– Dimenticare un’emergenza, come quella che può essere l’emergenza di un terremoto,
che cosa comporta a livello di ricostruzione, a livello di aiuti? R.
– Noi abbiamo notato come questo abbia conseguenze sia sull’immaginario collettivo
delle persone, dei cittadini, perché si pensa che sostanzialmente il problema non
esista o sia stato velocemente risolto; sia, purtroppo, anche sulla politica perché
spesso, quando i media parlano troppo poco di questi fatti, poi anche gli impegni
della comunità internazionale diminuiscono. D. – Chi vuole,
come può aderire alla vostra campagna di aiuti? R. – Sul nostro
sito www.caritasitaliana.it c’è un aggiornamento costante sui
problemi e sulle risposte della rete Caritas. Abbiamo lanciato questo appello di solidarietà
concreta anche attraverso i canali ordinari bancari, e anche il conto corrente postale
che ha il numero 347013, specificando nella causale ‘emergenza terremoto Cile’, per
contribuire al lavoro che Caritas Cile, con il sostegno della rete internazionale,
sta facendo in loco.