2010-03-19 13:09:26

Tornano le uova dell'Ail per la ricerca contro la leucemia


In più di 3 mila piazze italiane tornano, da oggi fino a domenica, le uova dell’Ail, l’Associazione italiana contro le leucemie. I fondi, raccolti da oltre 17 mila volontari, verranno utilizzati per finanziare la ricerca contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, e per sostenere il servizio di assistenza domiciliare e la realizzazione delle “Case Ail” per ospitare i familiari di pazienti non residenti. Al prof. Franco Mandelli, ematologo e presidente dell'Ail, Eliana Astorri ha chiesto quali siano le sue aspettative per questa iniziativa:RealAudioMP3

R. – Dobbiamo veramente fidarci degli italiani. Io sono convinto che ancora una volta la loro generosità supererà la crisi.

 
D. – Professor Mandelli, quando un malato ematologico può essere curato a casa?

 
R. – Io sono convinto che molto spesso possa essere curato a casa; cioè, ci sono determinati periodi di cura che si devono per forza fare in ospedale, ma molti che si possono eseguire tranquillamente a casa. Per esempio: un malato può essere dimesso dopo una cura d’attacco anche per malattie importanti, tipo addirittura la leucemia acuta, però dopo deve fare ancora cure; ma sono cure che, comprese le trasfusioni, noi riusciamo ad organizzare a casa con dei grandissimi vantaggi! Io dico che l’ospedale più bello è una prigione, e la casa più brutta è comunque una casa: quando c’è un parente valido – un marito, un figlio, un genitore – l’assistenza domiciliare si può effettuare. Ormai, sono più i malati assistiti a domicilio, a Roma, rispetto a quelli curati in tutti gli ospedali romani. Noi abbiamo più di 150 malati assistiti a casa.

 
D. – Quindi, a parte i costi, è importante dal punto di vista psicologico, che un malato possa essere curato nella propria casa?

 
R. – L’atteggiamento del malato, la psiche del malato, il morale del malato contano – io penso – almeno il 50 per cento della riuscita delle cure: dare al malato la possibilità di reagire in positivo, quindi di essere con i suoi, di avere le visite dei suoi amici … E non è vero che le infezioni sono più frequenti a casa, perché noi abbiamo fatto anche esperienze molto valide di cure di febbri a domicilio che si riescono a combattere anche se sono dovute a infezioni importanti, così come le emorragie. Però, ci vuole un’équipe di assistenza domiciliare così composta: come sempre, la collaborazione dei volontari è fondamentale; secondo, ci vogliono medici e soprattutto infermieri che siano non solo motivati ma anche esperti nel campo delle malattie del sangue.

 
D. – Con la ricerca, professor Mandelli, le malattie ematologiche sono sempre più curabili; si continua, quindi, a mantenere come tendenza in aumento?

 
R. – In aumento per la possibilità di curarle, sì, sicuramente; però, alcune forme aumentano come frequenza. Poi, bisogna tenere presente l’aumento dell’età: è molto aumentata l’età media. Però, aumentano anche le possibilità di cura, e quest’anno abbiamo un progetto, un progetto bello: cioè, cercare di trasferire i risultati che abbiamo nei bambini – 80 per cento di guarigioni nelle leucemie acute – anche nei giovani adulti fino ai 35 anni. Ci sono già esperienze nel mondo che sembrano molto promettenti, però – come al solito – bisogna impegnarsi: servono, purtroppo, finanziamenti!

 
D. – Aumentano anche la durata e la qualità della vita?

 
R. – Assolutamente sì! Una volta non ci preoccupavamo della qualità, perché ci sembrava già un sogno far vivere un malato. Qui non ci accontentiamo: diciamo che bisogna farlo vivere, ma bene; migliorare la durata di vita, ma garantendo anche una buona qualità di vita. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







All the contents on this site are copyrighted ©.