Incontro a Barcellona sulla cura pastorale dei figli degli immigrati
I figli degli immigrati. Quale pastorale? E’ stato questo l’interrogativo chiave al
centro del 21.mo incontro annuale di "Pastorale dei migranti nelle grandi città d'Europa",
tenutosi nei giorni scorsi a Barcellona. Hanno partecipato responsabili e operatori
pastorali ed esponenti delle Commissioni nazionali della pastorale dei migranti di
Francia, Spagna e Svizzera. Durante il convegno – rende noto la Fides – sono stati
considerati i contesti delle diverse città, mettendo in luce la varietà delle situazioni
in cui vivono i giovani a seconda della particolare storia d'immigrazione di ogni
singolo Paese. Dall’incontro è emerso che l'inserimento scolastico e professionale
risulta fondamentale per l'integrazione nella società e la possibilità per i ragazzi
di sviluppare, in modo sereno ed equilibrato, la propria duplice appartenenza culturale
e linguistica. L’impegno della Chiesa ha, quindi, anche un carattere sociale, educativo
e politico, allo scopo di garantire pari opportunità a tutti i giovani e di contrastare
il diffondersi della xenofobia. La pastorale specifica per i figli degli immigrati
cattolici intende aiutarli a diventare cristiani adulti e a testimoniare la fede in
una società sempre più contraddistinta dagli estremi di una secolarizzazione avanzata
e di una varietà religiosa senza precedenti. Per coloro che nascono nel Paese d'immigrazione
si pone la questione della partecipazione attiva all'interno della Chiesa locale,
una partecipazione che non implichi la negazione delle loro radici religiose legate
alla famiglia e, quindi, alla cultura di origine. Importante è ricordare che prima
di essere "migranti" sono "giovani", cioè pienamente partecipi degli stili di vita
e dei linguaggi giovanili diffusi oggi a livello globale. Tra le proposte emerse vi
è quella di una maggiore convergenza tra pastorale familiare, giovanile e migratoria.
(A.L.)