India: perplessità dei vescovi sull'interpretazione giuridica dello status di "minoranza"
Un’interpretazione “arbitraria e unilaterale”: così la Commissione per l’educazione
e la cultura della Conferenza episcopale indiana (Cbci) definisce le affermazioni
del giudice Siddiqui, presidente della Commissione nazionale per gli istituti educativi
di minoranza (Ncmei). Secondo quanto riportato dal “Telegraph”, infatti, Siddiqui
avrebbe stabilito che "per godere dello status di ‘minoranza’, un istituto deve avere
una percentuale minima e ragionevole di studenti rappresentanti di una particolare
minoranza. Ho fissato questa percentuale al 30%". Per questo, i vescovi indiani hanno
spedito una lettera alle autorità politiche ricordando innanzitutto l’art. 30, comma
1, della Costituzione in cui si dice che “tutte le minoranze, siano esse basate sulla
religione o sulla lingua, devono avere il diritto di creare ed amministrare istituti
educativi a loro scelta”. Un articolo, quindi, che non fissa alcuna percentuale per
l’acquisizione dello status di ‘minoranza’. L’interpretazione del giudice Siddiqui
finisce così per andare contro il dettato costituzionale. La Cbci ribadisce, poi,
che esiste una vasta giurisprudenza a favore dello status di minoranza in tutto il
Paese, mentre quest’ultima decisione arriva “specialmente ora che all’interno della
Ncmei mancano esponenti cristiani e sikh. Un vuoto che il governo deve ancora colmare”.
Altro punto fondamentale ricordato dai vescovi è il fatto che “la popolazione cristiana
in India è pari solo al 2% del totale ed è sparsa in tutto il Paese. Ma dovunque essa
sia, ha il diritto di tutelare la propria religione e la propria cultura”. E ancora:
la Cbci sottolinea come la comunità cristiana impartisca “un’educazione di qualità
alla maggior parte della popolazione, senza distinzione di casta, credo, razza e sesso”
e come dalla sua creazione, nel 2004 e fino al febbraio 2010 “la Ncmei abbia certificato
lo status di minoranza a migliaia di istituti educativi che non sono in possesso del
nuovo requisito imposto dal giudice Siddiqui”. Infine, la Cbci afferma: “È sorprendente
che la Ncmei sia stata istituita allo scopo di proteggere e salvaguardare gli interessi
delle minoranze, mentre questo provvedimento vada contro questi stessi interessi”.
(I.P.)