2010-03-17 14:41:31

India: perplessità dei vescovi sull'interpretazione giuridica dello status di "minoranza"


Un’interpretazione “arbitraria e unilaterale”: così la Commissione per l’educazione e la cultura della Conferenza episcopale indiana (Cbci) definisce le affermazioni del giudice Siddiqui, presidente della Commissione nazionale per gli istituti educativi di minoranza (Ncmei). Secondo quanto riportato dal “Telegraph”, infatti, Siddiqui avrebbe stabilito che "per godere dello status di ‘minoranza’, un istituto deve avere una percentuale minima e ragionevole di studenti rappresentanti di una particolare minoranza. Ho fissato questa percentuale al 30%". Per questo, i vescovi indiani hanno spedito una lettera alle autorità politiche ricordando innanzitutto l’art. 30, comma 1, della Costituzione in cui si dice che “tutte le minoranze, siano esse basate sulla religione o sulla lingua, devono avere il diritto di creare ed amministrare istituti educativi a loro scelta”. Un articolo, quindi, che non fissa alcuna percentuale per l’acquisizione dello status di ‘minoranza’. L’interpretazione del giudice Siddiqui finisce così per andare contro il dettato costituzionale. La Cbci ribadisce, poi, che esiste una vasta giurisprudenza a favore dello status di minoranza in tutto il Paese, mentre quest’ultima decisione arriva “specialmente ora che all’interno della Ncmei mancano esponenti cristiani e sikh. Un vuoto che il governo deve ancora colmare”. Altro punto fondamentale ricordato dai vescovi è il fatto che “la popolazione cristiana in India è pari solo al 2% del totale ed è sparsa in tutto il Paese. Ma dovunque essa sia, ha il diritto di tutelare la propria religione e la propria cultura”. E ancora: la Cbci sottolinea come la comunità cristiana impartisca “un’educazione di qualità alla maggior parte della popolazione, senza distinzione di casta, credo, razza e sesso” e come dalla sua creazione, nel 2004 e fino al febbraio 2010 “la Ncmei abbia certificato lo status di minoranza a migliaia di istituti educativi che non sono in possesso del nuovo requisito imposto dal giudice Siddiqui”. Infine, la Cbci afferma: “È sorprendente che la Ncmei sia stata istituita allo scopo di proteggere e salvaguardare gli interessi delle minoranze, mentre questo provvedimento vada contro questi stessi interessi”. (I.P.)







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