2010-03-17 15:17:48

Diffusione delle sette religiose in Italia: intervista con il segretario nazionale del Gris


Ha creato scalpore l’arresto, ieri, di Danilo Speranza, il "guru" della setta “Re Maya” di Roma, con le accuse di truffa aggravata e violenze sessuali. Il gruppo contava un migliaio di adepti che ufficialmente venivano coinvolti in attività di yoga e filosofie orientali. In realtà il "guru" chiedeva denaro agli affiliati per svolgere fantomatiche ricerche scientifiche e abusava sessualmente dei minori. Le vittime del “santone”, riferiscono gli investigatori, sarebbero state decine. Sul fenomeno delle sette in Italia ascoltiamo al microfono di Enrico Dal Bianco, Giuseppe Ferrari, segretario nazionale del Gris, il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa:RealAudioMP3

R. – Di casi come questo ce ne sono diversi. In Italia ci troviamo di fronte a un coinvolgimento di circa un due per cento della popolazione italiana in aggregazioni religiose, parareligiose, pseudoreligiose: ci sono oltre 600 diverse denominazioni. Alcune di queste sono pericolose, utilizzate da individui senza scrupoli che mirano solo a dominare su un nucleo più o meno ristretto di persone. Nel caso del gruppo New Age, o pseudo tale, “Re Maya” si parla di mille aderenti. Però c’è anche da dire che non tutti i gruppi presenti sono particolarmente pericolosi come questo.

 
D. - Perché alcune persone si fanno abbindolare da queste sette?

 
R. - C’è questo bisogno di spiritualità, di uscire dall’anonimato, di uscire da una routine quotidiana che non soddisfa le persone. Questo era stato messo in grande evidenza da un documento del Vaticano del 1986 sul fenomeno delle sette che parlava proprio di bisogni a cui questi gruppi cercavano di dare risposte. Questo poi porta a una nascita continua di aggregazioni che propongono nuove dottrine e prassi elaborando degli spunti presi da aggregazioni già esistenti che tendono proprio a stemperare tutto nell’incertezza, nella indefinitezza valutativa. Allora qui vediamo chi arriva poi ad approfittarsene in vario modo, per scopi o di tipo sessuale oppure di tipo economico.

 
D. – Se una setta arriva a condizionare psicologicamente una persona anche attraverso minacce verbali o violenze fisiche cosa bisogna fare per uscirne e liberarsi?

 
R. – Sarebbe bene rivolgersi ai centri preposti che si occupano di questo fenomeno. In Italia ce ne sono già diversi tra centri di ricerca di studio sugli abusi psicologici. C’è lo stesso Gris oppure la comunità Papa Giovanni XXIII. In anni recenti anche la Polizia di Stato ha istituito una squadra antisette che collabora poi con questi centri di ricerca e di prevenzione.







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