Diffusione delle sette religiose in Italia: intervista con il segretario nazionale
del Gris
Ha creato scalpore l’arresto, ieri, di Danilo Speranza, il "guru" della setta “Re
Maya” di Roma, con le accuse di truffa aggravata e violenze sessuali. Il gruppo contava
un migliaio di adepti che ufficialmente venivano coinvolti in attività di yoga e filosofie
orientali. In realtà il "guru" chiedeva denaro agli affiliati per svolgere fantomatiche
ricerche scientifiche e abusava sessualmente dei minori. Le vittime del “santone”,
riferiscono gli investigatori, sarebbero state decine. Sul fenomeno delle sette in
Italia ascoltiamo al microfono di Enrico Dal Bianco, Giuseppe Ferrari,
segretario nazionale del Gris, il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa:
R. – Di casi
come questo ce ne sono diversi. In Italia ci troviamo di fronte a un coinvolgimento
di circa un due per cento della popolazione italiana in aggregazioni religiose, parareligiose,
pseudoreligiose: ci sono oltre 600 diverse denominazioni. Alcune di queste sono pericolose,
utilizzate da individui senza scrupoli che mirano solo a dominare su un nucleo più
o meno ristretto di persone. Nel caso del gruppo New Age, o pseudo tale, “Re Maya”
si parla di mille aderenti. Però c’è anche da dire che non tutti i gruppi presenti
sono particolarmente pericolosi come questo.
D. -
Perché alcune persone si fanno abbindolare da queste sette?
R.
- C’è questo bisogno di spiritualità, di uscire dall’anonimato, di uscire da una routine
quotidiana che non soddisfa le persone. Questo era stato messo in grande evidenza
da un documento del Vaticano del 1986 sul fenomeno delle sette che parlava proprio
di bisogni a cui questi gruppi cercavano di dare risposte. Questo poi porta a una
nascita continua di aggregazioni che propongono nuove dottrine e prassi elaborando
degli spunti presi da aggregazioni già esistenti che tendono proprio a stemperare
tutto nell’incertezza, nella indefinitezza valutativa. Allora qui vediamo chi arriva
poi ad approfittarsene in vario modo, per scopi o di tipo sessuale oppure di tipo
economico.
D. – Se una setta arriva a condizionare
psicologicamente una persona anche attraverso minacce verbali o violenze fisiche cosa
bisogna fare per uscirne e liberarsi?
R. – Sarebbe
bene rivolgersi ai centri preposti che si occupano di questo fenomeno. In Italia ce
ne sono già diversi tra centri di ricerca di studio sugli abusi psicologici. C’è lo
stesso Gris oppure la comunità Papa Giovanni XXIII. In anni recenti anche la Polizia
di Stato ha istituito una squadra antisette che collabora poi con questi centri di
ricerca e di prevenzione.