“Le iniziative per scoraggiare il ricorso all’aborto sono fallite, sono state insufficienti
o non ci sono state affatto”. E’ quanto scrive Giorgio Carbone, docente di bioetica
alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna sulle pagine di Bologna sette, l’inserto
domenicale di Avvenire. Stato e regione hanno il compito di “rimuovere quelle cause
che spingono una donna a chiedere di abortire”. Il maggior numero di interruzioni
volontarie di gravidanza riguarda Bologna (2.877), seguita da Modena (1.843), Reggio
Emilia (1.363), Parma (1.300) e Ravenna (1.062). Per Carbone i dati parlano chiaro:
nel 2000 gli aborti volontari sono stati 11.071, numero addirittura inferiore a quello
registrato otto anni dopo. “La nostra regione - aggiunge il docente- vanta il primato
italiano del più alto tasso di abortività: su un campione di 10.000 donne, comprese
tra i 15 e i 49 anni, 119 di esse hanno ricorso all’aborto nel 2007, mentre nel 2008
hanno fatto ricorso all’aborto 116 donne”. (A.L.)