2010-03-15 15:00:44

Francia: vince l'astensionismo nelle elezioni regionali. Sconfitta per Sarkozy, avanzano i socialisti


La Francia si è recata, ieri, al voto per le elezioni amministrative, disertate però dal 53% degli aventi diritto. Test negativo per la formazione del presidente Sarkozy soprattutto in vista dell’appuntamento con le presidenziali del 2012. E ora si lavora per invertire la tendenza in prossimità del secondo turno fissato per domenica 21 marzo. Da Parigi, Francesca Pierantozzi:RealAudioMP3

I francesi hanno punito la destra di Nicolas Sarkozy. Al primo turno delle regionali vince - come previsto - la sinistra. Il partito socialista che sfiora il 30% sorpassa il conservatore Ump e diventa il primo partito del Paese. A sorpresa ottiene un ottimo risultato anche il fronte nazionale di Jean-Marie Le Pen. L’estrema destra supera l’11 % e sarà presente domenica prossima in oltre la metà dei ballottaggi. Il dato più significativo resta, tuttavia, l’astensione che supera il 53 % . Un record storico in Francia: meno di un elettore su due si è recato alle urne. Subito dopo le prime proiezioni, il segretario del partito socialista Martin Aubry ha lanciato un appello all’unione della sinistra per vincere i ballottaggi del secondo turno. I socialisti potranno contare sull’alleanza con Europe Ecologie e con la sinistra radicale. Gli ecologisti guidati da Cohn-Bendit si confermano la terza forza del Paese, si attestano intorno al 13%. Totalizzano, invece, circa il 6% comunisti e radicali uniti nel Front de Gauche. Al centro perde voti il MoDem di François Bayrou che arriva a malapena al 4 %.

 
Una sconfitta cocente ma attesa per il presidente Sarkozy e per l’Ump, Unione per un movimento popolare, che lascia ora il posto di primo partito di Francia alla sinistra. Sulle ragioni dei risultati di queste regionali, Roberta Rizzo ha raccolto il commento di Domenico Quirico, corrispondente a Parigi del quotidiano “La Stampa”:RealAudioMP3

R. – Il segnale politico è chiaro: è evidente una sconfitta netta e forte del centro-destra del partito del presidente Sarkozy ed una vittoria - potremmo dire anche una “rinascita” – del partito socialista, della sinistra. Si può dire che i socialisti hanno vinto nonostante i socialisti, nel senso che il miglior argomento elettorale dei socialisti è stata la politica del presidente Sarkozy, i suoi errori, l’antipatia che ha raccolto negli ultimi tempi tra l’elettorato. I socialisti, in realtà, restano un partito vecchio, diviso e le cui risse si ripresenteranno puntualmente al momento della scelta del candidato per le presidenziali del 2012. Detto questo, è un partito radicato sul territorio e che riesce sempre nelle elezioni locali ad avere un buon successo.

 
D. – La corsa all’Eliseo per il 2012 può dirsi già partita da ieri?

 
R. – Questo certamente no. Due anni e mezzo in politica sono un’era intera. Di qui al 2012 tutto può succedere sia sul piano della crisi economica, sia sul piano internazionale ed interno. Il dato di fatto è che Sarkozy ha già dilapidato il suo capitale di consenso.

 
D. – Cosa ha penalizzato Sarkozy: l’astensione?

 
R. – Quelli che non sono andati a votare sono sostanzialmente gli elettori che avevano votato Sarkozy nel 2007. Poi c'è il fatto che il Front National, a cui aveva sottratto molti voti alle elezioni presidenziali, è tornato ad essere sopra il 10 per cento.

 
D. – Cosa cambierà nella politica del presidente Sarkozy?

 
R. – A breve termine, credo nulla. E’ possibile qualche aggiustamento nelle assegnazioni degli incarichi, ma il problema non è lì. I francesi non hanno votato sul governo o sui singoli personaggi dell’équipe ministeriale che, peraltro, nella stessa concezione di Sarkozy sono semplicemente dei collaboratori: hanno votato in base agli umori che provano nei confronti del presidente. In questo momento, questi umori sono sostanzialmente di rifiuto, di insofferenza, di biasimo, così come dimostrano i sondaggi.







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