Primo capitolo di un intenso anno elettorale in Colombia: trenta milioni di cittadini
si recano alle urne oggi per rinnovare il Parlamento, dovranno tornarci il 30 giugno
per le presidenziali. Le legislative avvengono a due mesi dalle prossime presidenziali,
alle quali non potrà presentarsi l'attuale presidente Alvaro Uribe per un terzo mandato,
vietato dalla Costituzione. La sua coalizione, però, punta a mantenere la maggioranza
in Parlamento, che conta 72 dei 102 seggi al Senato e 103 dei 166 seggi alla Camera
dei Rappresentanti. Sul voto pesa l'incognita dell'influenza dei cartelli del narcotraffico,
con candidati che hanno speso milioni di dollari per la campagna elettorale. Il servizio
di Francesca Ambrogetti:
Secondo
i sondaggi, questo primo appuntamento non dovrebbe cambiare il panorama politico.
I due principali partiti che sostengono l’attuale presidente, ÁlvaroUribe,
i conservatori e il partito della ‘U’, dovrebbero ottenere la maggioranza, mentre
il polo democratico di sinistra e il partito liberale all’opposizione, nella migliore
delle ipotesi, manterrebbero le posizioni. L’ombra dello scandalo pesa su queste elezioni.
Alcuni degli attuali parlamentari sono indagati per legami con i paramilitari ed altri
per finanziamenti da parte dei narcos. E si sospetta di alcuni dei candidati. L’altro
ieri sono stati arrestati trenta funzionari comunali nella regione di Antioquia, accusati
di far parte di un noto gruppo paramilitare. Oggi votano anche i verdi e il partito
conservatore per eleggere il proprio candidato, ma l’aspirante con maggiori possibilità
è Fernando Santos del partito della ‘U’, ex ministro della difesa e molto popolare
per i successi contro la guerriglia per la liberazione di Ingrid Betancourt. Si temono
incidenti in uno dei Paesi più violenti dell’America Latina. Le operazioni di voto
saranno controllate da 400 mila uomini e donne dell’esercito e della polizia. Oltre
un centinaio gli osservatori internazionali.