Nigeria: messaggio del Consiglio delle Chiese per la riconciliazione a Jos
“Con le iniziative da voi promosse, siete veri e propri ambasciatori di pace e riconciliazione
nella regione in preda ai conflitti. Attraverso la vostra fede e testimonianza date
prova del vero amore nei confronti dell’Altro, qualunque sia la sua appartenenza religiosa
o etnica”: lo scrive il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc),
il pastore Olav Fykse Tveit, in una lettera inviata a tutti capi religiosi della Nigeria,
ripresa dall'agenzia Misna. Le violenze avvenute nel fine-settimana alla periferia
di Jos, capitale dello stato di Plateau, hanno suscitato “tristezza e orrore” prosegue
il Wcc, si tratta di “atti barbarici che condanniamo e che purtroppo colpiscono regolarmente
persone innocenti”. Al capo di Stato ad interim Jonathan Goodluck, il pastore Olav
Fykse Tveit ha invece chiesto “misure immediate adeguate per garantire ai cittadini
maggiore sicurezza e protezione” ma anche che “gli autori dei massacri vengano giudicati”.
Il segretario generale fa poi notare che le esplosioni di violenza “vengono alimentate
da gravi disparità economiche, sottosviluppo, rivalità etniche e lotte per il controllo
del potere politico locale”, invitando a scartare la chiave di lettura ‘religiosa’
tanto cara al sensazionalismo mediatico. Nella missiva a Goodluck vengono anche evidenziati
i limiti della Costituzione vigente in Nigeria che classifica i cittadini in “autoctoni”
e “nuovi arrivati”, alimentando “ancor di più i conflitti” e facendo perdere “ai nigeriani
il loro senso di appartenenza alla stessa nazione e il loro spirito di armonia comunitaria”.
Infine, il pastore Olav Fykse Tveit deplora il fatto che “la religione venga strumentalizzata
a fini di lotte politiche ed economiche”, mettendo “seriemente in pericolo pace e
quieto vivere” di tutto il Paese. (R.P.)