Il cardinale Ruini: la fede non è solo credere che Dio esista, ma credere si sia
rivolto a ciascuno
“Qual è oggi lo stato di salute o il grado di infermità della fede in Dio?”: è questo
l’interrogativo posto ieri sera a Roma dal card. Camillo Ruini, presidente del Comitato
per il progetto culturale della Cei, intervenuto alla presentazione del volume “Dio
oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto”, edito da Cantagalli e frutto dell’omonimo
convegno internazionale che si è svolto nella capitale per iniziativa dello stesso
Comitato. Secondo il porporato, “credere o non credere costituiscono due possibilità
tra le quali chiunque è chiamato a scegliere, anche il sacerdote”, ma “l’opzione vera”
riguarda “la fede in un Dio infinitamente superiore all’uomo” dinanzi al quale “ha
un senso inginocchiarsi”. La fede, in altri termini, “non è solo credere che Dio esista,
bensì credere che Dio si è rivolto personalmente a me”. La “grande domanda – ha concluso
– non è dunque quella sull’esistenza di Dio, ma quella sul Suo atteggiamento verso
l’uomo”. Alla presentazione del volume anche mons. Gianfranco Ravasi, presidente del
Pontificio Consiglio della Cultura. “Questo Dio, ha sottolineato il presule “è forse
un po’ meno ‘morto’ di quanto si sia a lungo creduto”. Quindi il presidente del dicastero
vaticano ha rilanciato il progetto di costituzione della Fondazione "Il Cortile dei
Gentili" ispirato allo spazio del tempio al quale avevano accesso tutti i popoli,
non solo gli israeliti, per pregare il loro Dio, e “auspicato” da Benedetto XVI nel
suo discorso alla Curia romana in occasione degli auguri per lo scorso Natale. Con
questa iniziativa, “che dovrebbe debuttare dopo l’estate, probabilmente a Parigi”
- ha concluso Mons. Ravasi - intendiamo “avviare un dialogo serio e articolato con
il mondo della non credenza”, un universo “dalle mille iridescenze e dalle profonde
attese, anch’esso alla ricerca di senso” (C.S.)