Viaggio in Asia: intervista con Maria Voce, presidente dei Focolari
Notizie di conflitti a sfondo religioso giungono spesso, in questo periodo, anche
dal continente asiatico. Ben diverso il volto di quei Paesi secondo l’esperienza vissuta
da Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, o "Opera di Maria", da poco
rientrata da un viaggio in Asia con tappe in Corea, Giappone, Filippine, Thailandia
e Pakistan. Di particolare rilievo la dimensione interreligiosa di molti degli incontri
in programma come quello con 3000 buddisti laici a Tokyo o con numerosi monaci buddisti
in Thailandia. Ma anche con musulmani e indù che in qualche modo condividono lo spirito
d’unità che anima il Movimento. Ma ascoltiamo le impressioni di Maria Voce
nell’intervista di Adriana Masotti:
R. – E' stato
molto forte conoscere un po’ di più questa grande cultura dell’Asia, queste grandi
tradizioni asiatiche, così ricche di grandi valori. Valori che nel nostro mondo, segnato
dall’individualismo e dall’efficientismo, sono considerati forse un po’ fuori moda.
Valori come il rispetto per l’anzianità, l’ubbidienza, la laboriosità, la pazienza,
la capacità di sopportare situazioni dolorose e gravi: tutti valori che in quel contesto
risultano essere perle preziosissime, valori straordinari. In questo senso sentiamo
che l’Asia è un dono, perché abbiamo bisogno di questi valori. Allo stesso tempo,
di fronte a tutto questo, mi dicevo: “Se noi non portiamo un valore più grande, cosa
veniamo a fare?”. E mi risultava enorme il valore della carità, il valore dell’amore
cristiano. E questo perché è l’unico super-valore che non schiaccia gli altri valori,
anzi li valorizza e quindi è quel valore che tutti possono accogliere senza sentirsi
schiacciati.
D. – Molti momenti del suo viaggio in
Asia sono stati dedicati al dialogo tra le religioni. Dialogo avviato già da tempo
da Chiara Lubich…
R. – Chiara andò in Giappone e
in Thailandia sempre invitata da personaggi delle grandi religioni per il dialogo
interreligioso. Chiara ha aperto in quei Paesi i focolari perché potessero mantenere
questi rapporti. Questo mio viaggio era motivato invece dal desiderio di andare a
trovare l’Opera in quelle zone. Ma in tutte le comunità, c’era qualcuno delle altre
religioni che testimoniava il fascino del messaggio di amore e di vita che Chiara
aveva portato e che loro sentivano di poter fare proprio. Era veramente essere insieme
a testimoniare che, con la via dell’amore, l’unità è possibile.