La Chiesa in Perù contro la ‘pillola del giorno dopo’
L’episcopato del Perù, con una breve dichiarazione ha convocato, ieri, tutti i peruviani
“a difendere la vita!” in un’ora in cui gravi insidie sembrano minacciare questo prezioso
dono di Dio. Il motivo principale della preoccupazione dei vescovi e dei cattolici
è la recente decisione del Ministero della Salute che consente la distribuzione della
cosiddetta “pillola del giorno dopo”, farmaco abortivo. I vescovi ricordano che le
autorità con la loro decisione, hanno ignorato completamente la sentenza del Tribunale
costituzionale, emessa nell’ottobre 2009, che ha vietato severamente a chiunque, e
dunque anche allo Stato, di distribuire o immettere nel commercio questo farmaco (Levonorgestrel),
poiché – si legge nel dispositivo del verdetto costituzionale – “va detto che il diritto
alla vita del concepito viene colpito dall’azione del citato prodotto”. I presuli
denunciano un’interpretazione arbitraria e pretestuosa di alcuni articoli della sentenza
e considerano la decisione governativa come un’azione grave da contrastare con rigore.
Al tempo stesso la dichiarazione episcopale rammenta passo a passo le considerazione
dei giudici costituzionali, che dopo aver ricevuto ampia documentazione scientifica
sulla pillola, sono arrivati alla conclusione che si tratta di un prodotto abortivo
poiché ha come effetto principale quello “di impedire l’impianto del concepito nell’utero
della madre”. Molti degli argomenti usati in questi giorni per spiegare ed eventualmente
giustificare la decisione governativa già sono stati trattati dai giudici, e su questi
si sono pronunciati, affermando a più riprese che il farmaco viola le disposizioni
legali vigenti sull’interruzione della gravidanza. “La legislazione peruviana protegge
e difende la vita umana espressamente e chiaramente dal suo concepimento o fecondazione”,
ricordano i vescovi che aggiungono: “il tema della pillola del giorno più che una
materia di natura confessionale per il nostro Paese è una questione che riguarda la
sua sovranità nazionale, la sua difesa costituzionale e il medesimo stato di diritto”.
(L.B.)