Giornata mondiale per la prevenzione e cura delle malattie renali
Una persona su dieci soffre di un disturbo ai reni. Su un milione di abitanti, 220
iniziano ogni anno un trattamento con il rene artificiale. Nel 2010 si stima che saranno
2 milioni i pazienti in dialisi cronica a livello mondiale. Sono questi i dati da
cui parte, la celebrazione oggi della Giornata mondiale del rene. Un’occasione per
ribadire l’importanza della formazione e della prevenzione per le patologie renali,
che i dati più aggiornati dimostrano essere in costante aumento. Per l’occasione Eliana
Astorri ha intervistato il prof. Luigi Tazza ricercatore del Dipartimento
delle Scienze Chirurgiche e professore aggregato di nefrologia e chirurgia dei trapianti
presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
R. – I
reni rappresentano un organo duplice che depura il sangue. Lo depura da tutte le sostanze
che il nostro organismo tutti i giorni deve fabbricare; ad un certo momento queste
sostanze diventano non più necessarie e vengono rimosse. Altre le introduciamo con
gli alimenti; una parte degli alimenti viene utilizzata per la nutrizione e la parte
che rimane non più utile viene eliminata dai reni e le urine, questo capita anche
con i farmaci.
D. - La funzione dei reni è solo
quella di depurare il sangue?
R. – I reni hanno anche
altre funzioni collegate con questa funzione depurativa. Regolano la pressione arteriosa.
Molte delle sostanze vasoattive vengono eliminate dal rene e altre vengono addirittura
sintetizzate dal rene per cui globalmente il rene misura minuto per minuto la pressione
arteriosa e la modifica secondo le necessità dell’organismo. Poi il rene produce ormoni;
uno di questi, per esempio, è indispensabile per la produzione dei globuli rossi da
parte del midollo, quindi il rene interviene nella regolazione del sangue e questo
diventa importante in corso di anemia. Il calcio e il fosforo vengono regolati dal
rene per la loro presenza nell’organismo e molte alterazioni del metabolismo osseo
sono legate appunto a un’alterata funzione renale.
D.
- Prof. Tazza può accadere che ad ammalarsi sia un solo rene. In questi casi cosa
succede?
R. – Le malattie monolaterali, quelle che
colpiscono un rene solo dei due, non comportano una variazione funzionale perché di
solito anche se la malattia fosse gravissima, per esempio l’asportazione chirurgica,
il rene controlaterale riesce comunque ad essere funzionale e a sopperire alle necessità
dell’organismo e quindi in quel caso la malattia monolaterale non procura un’insufficienza
renale.
D. - Cosa si deve fare in termini di prevenzione?
R.
– Innanzitutto curare le malattie renali appena queste iniziano, non tardivamente
dopo che esistono da anni, ma appena queste si manifestano, quindi come sempre - anche
in questo caso - la diagnosi precoce delle malattie renali è estremamente utile e
proficua e dà ottimi risultati. Ma anche nel caso in cui noi non siamo in grado di
ostacolare la progressione della malattia renale e assistiamo inesorabilmente ad un
suo peggioramento, abbiamo imparato, negli ultimi decenni, che molte terapie farmacologiche
per esempio sono in grado di rallentare l’evoluzione e questo conduce già a dei buoni
risultati.
D. - Ma ci vuole attenzione anche per
l’alimentazione?
R. - Sicuramente l’aspetto nutrizionale
è importante, non in tutti i casi, e va individualizzato per ogni paziente, però può
essere molto importante. In passato era molto diffusa, adesso un po’ meno, ma resta
sempre la sua utilità, l’alimentazione a ridotto contenuto proteico, quella che noi
chiamiamo la dieta ipoproteica. In alcune malattie renali, somministrata al momento
giusto e per un periodo di tempo congruo, è in grado di rallentare alcune manifestazioni
dell’uremia e di ridurre la velocità della progressione renale, però non è adatta
per tutti. (Montaggio a cura di Maria Brigini)