Comunicato dei vescovi irlandesi: la Chiesa impegnata in un processo di rinnovamento
dopo lo scandalo degli abusi
In questo periodo quaresimale, i vescovi irlandesi si impegnano a “compiere atti penitenziali
per riconoscere la verità e riflettere sui fallimenti della Chiesa”: è quanto si legge
in un comunicato diffuso ieri al termine dell’assemblea generale di primavera dell’episcopato
d’Irlanda. Una riunione incentrata sui gravi abusi sessuali compiuti su minori da
membri del clero irlandese. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La
Chiesa dell’Irlanda è impegnata “in un processo di rinnovamento”: è quanto ribadiscono
i vescovi irlandesi al termine della loro assemblea generale, la prima dopo l’incontro
con il Papa di metà febbraio sullo scandalo degli abusi sessuali. In un comunicato,
i vescovi ribadiscono “il loro profondo rammarico e la tristezza per il fatto che
la preservazione della reputazione degli individui e della Chiesa ha avuto la precedenza
sulla sicurezza e il benessere dei bambini”. Proprio la salvaguardia dei bambini è
stato uno dei temi forti dell’assemblea con l’aggiornamento sui progressi compiuti
nelle diocesi, e sullo stato dei contatti con le autorità civili.
I
vescovi esprimono dunque apprezzamento per la recente nota del direttore della Sala
Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, riguardante gli abusi sessuali da parte
di membri della Chiesa in alcuni Paesi europei. In particolare, si apprezza la “tempestività”
dell’intervento ed il riferimento alle vittime, soprattutto laddove si afferma che
“il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è successo e la preoccupazione
per le vittime e le conseguenze delle azioni commesse a loro danno”. Apprezzamento
viene anche espresso anche per il passaggio in cui si rammenta che “la Chiesa vive
inserita nella società civile e in essa assume le sue responsabilità”. Padre Lombardi,
osservano inoltre i presuli, ha anche affrontato la disinformazione che esiste sulla
Lettera del 2001 “De delictis gravioribus” “talvolta inopportunamente citata come
causa di una cultura del silenzio”. “Chi conosce e capisce di che cosa si tratta –
affermano i vescovi facendo proprie le parole di padre Lombardi – sa che è stata un
segnale determinante per richiamare l’episcopato sulla gravità del problema e un impulso
concreto per l’elaborazione di direttive operative per affrontarlo”.
I
vescovi sottolineano inoltre che, nell’incontro avvenuto in Vaticano, è stato reso
chiaro che la Lettera del 2001 “non preclude in alcun modo le autorità della Chiesa
dai loro obblighi civili, specialmente per quanto riguarda la comunicazione e la piena
collaborazione con le autorità civili”. Questa “importante questione – lamentano i
vescovi – è stata costantemente male interpretata in alcuni ambienti”. Nel comunicato,
i vescovi si soffermano anche su altri temi rilevanti, dall’Anno Sacerdotale agli
aiuti per Haiti, dalla pastorale dei migranti alla difesa della famiglia e del matrimonio
come unione tra un uomo e una donna. I vescovi irlandesi hanno quindi espresso apprezzamento
per gli ultimi positivi sviluppi nell'Irlanda del Nord e hanno reso note alcune iniziative
in vista del Congresso Eucaristico che si terrà a Dublino nel 2012.