Incontro sulla libertà religiosa a Roma: interventi di mons. Toso e Navi Pillay
“La libertà religiosa a sessant’anni dalla Dichiarazione Universale”. E’ il tema affrontato
stamane alla Pontificia Università Lateranense, nell’Atto accademico che ha visto
gli interventi dell’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, sig.ra Navi Pillay,
e del segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il vescovo
Mario Toso. Il servizio di Roberta Gisotti:
“La
vera realtà di questo diritto” nella post-modernità sembra imporre alla religione
una dimensione relegata alla sfera del privato o inglobata nel più ampio contesto
della cultura. Così il rettore dell’Ateneo Pontificio, mons. Rino Fisichella – assente
per impegni negli Stati Uniti – nel suo indirizzo di saluto alla signora Pillay, avvocato
e magistrato sudafricano, giunta stamane a Roma per una visita di due giorni fitta
di incontri con autorità e istituzioni vaticane e italiane. “Tutti gli esseri umani
hanno diritto a vivere liberi dal bisogno, liberi dalla paura, liberi di esprimere
le loro opinioni e liberi di professare la loro fede”, ha premesso la Pillay, sottolineando
l’interdipendenza tra libertà religiosa e gli altri diritti umani e libertà fondamentali.
Limitazioni - ha chiarito - possono essere invocate solo alla scopo di assicurare
il riconoscimento e rispetto dei diritti degli altri e per soddisfare le giuste esigenze
della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in società democratiche.
A fronte di ciò il diritto alla libertà religiosa viene sovente leso, soprattutto
ai danni di minoranze, anche da parte di autorità politiche e forze dell’ordine, a
volte per contrastare l’incitamento all’odio razziale e religioso o per lottare contro
il terrorismo. E questo sta creando dibattiti accesi in sede internazionale. Navi
Pillay non nasconde la sua preoccupazione al microfono di Phlippa
Hitchen:
"This is my concern, which is what I expressed today in
my lecture, … E’ vero, sono preoccupata, ed è quello che ho detto nel mio
intervento. Per questo è importante parlare ai giovani: vogliamo diffondere il messaggio
della tolleranza tra le religioni e delle libertà fondamentali. Sono molto preoccupata
per il fatto che in tutto il mondo, e in particolare a causa delle misure antiterrorismo,
questo fenomeno sta veramente sfuggendo di mano: l’incapacità di rispettare l’appartenenza
religiosa degli altri e l’incapacità di consentire la pratica della libertà religiosa".
Ha
denunciato mons. Mario Toso che il laicismo dominante e i preconcetti
nei confronti delle religioni, abbiano posto in secondo piano il diritto alla libertà
religiosa, ritenuto pefino “pericoloso, fonte di conflittualità sociali, di sottosviluppo”,
lamentando pure una certa ignavia di fronte alla recrudescenza di persecuzioni di
cristiani nel mondo:
"Mi pare giusto sottolineare questa afasia nei
confronti della difesa dei diritti dei cristiani, che vengono discriminati. In realtà
i diritti religiosi, sia dei cristiani, come di altri, che professano altre religioni
sono diritti uguali, proprio perché le persone che ne sono i soggetti sono uguali
nella loro dignità. E pertanto come ci si muove nella difesa, nella tutela dei diritti
di alcuni gruppi, che vengono discriminati per la loro religione, così le istituzioni
nazionali e internazionali e le comunità politiche e i mass media dovrebbero, diremmo,
con imparzialità, difendere anche i diritti, condannare la conculcazione dei diritti
dei cristiani, nelle varie parti del mondo".