2010-03-10 15:48:40

Cure Palliative. Sicp: finalmente una legge giusta


 ''Finalmente una legge che dà risposta alla sofferenza e all’abbandono di 250 mila malati in Italia, fra cui 11mila bambini”: è questo il commento politico bipartisan, ma anche il parere di medici e delle associazioni all’indomani dell’approvazione definitiva da parte della Camera, della legge sulle cure palliative e sulle terapie del dolore. 476 sì e due astensioni danno anche il segno di una ritrovata concordia parlamentare dopo un lungo e reciproco ostruzionismo. Il valore di questo provvedimento legislativo nelle parole di Giovanni Zaninetta presidente della Società italiana cure palliative. L’intervista è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

R. – Il valore principale è nell’affermazione di principio dell’art. 1, in cui si stabilisce la tutela dei cittadini rispetto alle cure palliative e alla terapia del dolore, affermandoli come diritti per tutti. Da ciò poi discendono alcuni aspetti che noi riteniamo molto positivi e cioè la creazione di una rete per le cure palliative e di una rete per la terapia del dolore, tenendo conto che i due termini non sono sovrapponibili.
 
D. – Ci sono altri aspetti - come per esempio il monitoraggio per tutti i ricoverati, le tariffe omogenee sul territorio nazionale, l’accesso semplificato ai medicinali – che sono punti sicuramente importanti?
 
R. – Certamente. Riconoscere al dolore il valore di sintomo vitale esattamente come la respirazione o l’alimentazione è molto importante e soprattutto è importante che questo venga documentato, perché consente una reale rilevazione del sintomo e non soltanto una casuale lamentela da parte del paziente. Il fatto di rendere più facilmente prescrivibili i farmaci oppioidi è un segnale forte rispetto ad un indirizzo terapeutico che non può più essere trascurato e questo al di là dei falsi miti che li accompagnano e quindi rispetto alla dipendenza, rispetto alla pericolosità, etc. La terza cosa è che credo sia indispensabile un regime tariffario trasparente, che assicuri le risorse adeguate senza sprechi, ma anche senza fittizi risparmi, perché questi ricadrebbero inevitabilmente sulla qualità delle cure.
 
D. – Lei sottolinea questi aspetti di valore, ma ha anche dei rammarichi e fa anche degli auspici. Cosa manca?
 
R. – Da una parte e mi rendo conto che va contestualizzata al momento economico, non sono stati dedicati fondi aggiuntivi alle cure palliative. L’altro punto che va verificato a livello tecnico è quello della formazione. Bisognerà arrivare ad una migliore definizione di un percorso formativo sia pre laurea che post laurea per valorizzare i contenuti delle cure palliative.
 
D. – Le Regioni sono pronte, sono attrezzate ora che si è avuto questo ok?
 
R. – Temo di no. L’impressione è che ci sia una multiformità ed una certa disuguaglianza di qualità in questi servizi. Bisogna dire anche che ci sono strutture ed hospice già pronte e non attivate proprio perché le tariffe e i fondi non sono compatibili con la loro attivazione. Probabilmente bisognerà spostare delle risorse, perché queste strutture vengano attivate e creare degli incentivi affinché le regioni in arretrato si adeguino ai bisogno che sono espressi da questa legge.
 
D. – Lei dice anche che va bene questo risultato, ma è un punto di partenza. Pensa a qualcosa in particolare?
 
R. – Penso al cambiamento culturale. Non si riesce ancora a maturare la possibilità che in alcune situazioni la cura migliore non è indirizzata al guarire, perché non si può, ma è indirizzata al prendersi cura e all’accompagnare anche nella fase terminale della vita.







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