Il modello economico che si è venuto affermando negli ultimi quarant'anni ha prodotto
paradossi teorici e lacerazioni sociali. Mettendo al centro il profitto e l'efficienza,
ha diffuso quelle idee che stanno alla radice dell'attuale crisi economica. Occorre
sovvertire i principi, tornare alle origini, là dove sono sorte le idee di mercato
e di bene comune: la scuola francescana del XIV secolo. Un’esigenza di rifondazione
- riferisce l’Osservatore Romano - richiamata con forza da Stefano Zamagni, professore
ordinario di Economia politica all'università di Bologna, durante l'incontro “Sviluppo
economico e società civile” introdotto dal cardinale Agostino Vallini e tenutosi lunedì
scorso in Laterano. L'ultimo appuntamento di una serie di meditazioni sulla “Caritas
in veritate” organizzate dalla diocesi di Roma. La nostra società è caratterizzata
da sistemi economici molto sofisticati, in grado di produrre un’enorme ricchezza,
ma incapaci di distribuirla. Si tratta, spiega Zamagni del “paradosso della felicità”.
La “Caritas in veritate” aiuta a focalizzare meglio queste fratture, a ricondurle
alla loro forma autentica. Prima di tutto, la scissione tra la sfera economica e quella
sfera sociale: un modello dicotomico che dev’essere superato. Per l’economista, l’enciclica
non dà ricette, ma un’indicazione chiara: “la fraternità va reintrodotta nell’economia”.
Si deve guardare a un sistema inclusivo, fondato sul dono inteso come reciprocità.
Decenni di new economy, hanno portato alla conclusione che si possa diventare ricchi
senza bisogno di lavorare ma attraverso gli strumenti finanziari. Ne è derivata una
sottovalutazione del lavoro e una massimizzazione del profitto. La terza grande frattura
è quella tra il mercato e la democrazia. Si ritiene “che la democrazia, in virtù della
sua natura deliberativa, non possa essere efficiente”, afferma Zamagni. Il mercato
corre, non può aspettare e tende a darsi da solo delle regole, chiudendosi in un circolo
autistico. L’antidoto può essere soltanto il ritorno ai francescani “che furono i
primi a pensare il mercato come istituzione”. “L’antica scuola francescana - assicura
l’economista - è stata la prima a credere che per risolvere problemi specifici è necessario
organizzare l'economia” in vista del bene comune. (R.R.)