Appello dalla Giordania: “Più aiuto per i rifugiati iracheni cristiani”
Una lettera al nunzio in Iraq e Giordania, mons. Francis Assisi Chullikat, per ricordare
le tristi condizioni di vita in cui versano i profughi e i rifugiati iracheni in Giordania.
A scriverla, con un gruppo di intellettuali locali, è padre Raymond Moussalli, vicario
patriarcale caldeo per la Giordania, che nel regno hascemita si occupa da tempo di
rifugiati iracheni, in particolare, cristiani, che sono circa 15 mila. Padre Moussalli
- riferisce il Sir - confida nell’Unione Europea: “Vogliamo sensibilizzare l’Ue e
i suoi Paesi a tradizione cattolica, come Italia, Spagna, Francia, affinché facciano
qualcosa per i cristiani iracheni, a cominciare dalla pressione sul Governo”. Oltre
all’accoglienza, è fondamentale per padre Moussalli ripristinare nel Paese quelle
condizioni necessarie a favorire il rientro dei profughi e dei rifugiati: “la comunità
internazionale non può restare in silenzio davanti al massacro dei cristiani in Iraq”.
In attesa di conoscere i risultati del voto del 7 marzo, continua l’opera di accoglienza
della Chiesa caldea ai rifugiati iracheni che giungono ad Amman. “Gli unici aiuti
che riceviamo – dichiara padre Moussalli - giungono dalle Caritas e dalle altre Chiese
cristiane”. La Congregazione per le Chiese Orientali, nell’ambito della Colletta del
Venerdì Santo, ha incitato i vescovi del mondo ad aiutare concretamente i cristiani
in Medio Oriente. “Un’esortazione – ha concluso padre Moussalli – che ci incoraggia”.
(R.R.)