Il digiuno ci apre all’amore di Dio e del prossimo: i pensieri di Benedetto XVI
sull’antica pratica penitenziale della Quaresima
In questo tempo quaresimale, Benedetto XVI ci indica nelle tre pratiche penitenziali
– preghiera, elemosina e digiuno – gli strumenti per disporci a celebrare meglio la
Pasqua. In particolare, ci invita a riscoprire il vero digiuno cristiano che apre
a Dio e all’amore del prossimo. In questo servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo
alcune meditazioni del Papa sul digiuno quaresimale:
Una “terapia”
per curare tutto ciò che ci impedisce di conformarci alla volontà di Dio: Benedetto
XVI sintetizza così il significato del digiuno nel cammino quaresimale. “Poiché tutti
siamo appesantiti dal peccato e dalle sue conseguenze – scrive il Papa nel Messaggio
per la Quaresima dell’anno scorso – il digiuno ci viene offerto come un mezzo per
riannodare l’amicizia con il Signore”. Rileva, inoltre, che “digiunare volontariamente
ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano”. Scegliendo liberamente di “privarci
di qualcosa per aiutare gli altri”, ribadisce il Papa, mostriamo concretamente che
“il prossimo in difficoltà non ci è estraneo”: “Incoraggiamoci
a vicenda a riscoprire e vivere con rinnovato fervore il digiuno non solo come prassi
ascetica, ma anche come preparazione all’Eucaristia e come arma spirituale per lottare
contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi. Questo periodo intenso
della vita liturgica ci aiuti ad allontanare tutto ciò che distrae lo spirito e ad
intensificare ciò che nutre l’anima, aprendola all’amore di Dio e del prossimo”.(Discorso alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
13 marzo 2009) Ai nostri giorni,
constata il Papa, la pratica del digiuno “pare aver perso un po’ della sua valenza
spirituale” e aver acquistato piuttosto “il valore di una misura terapeutica per la
cura del proprio corpo”. Bisogna invece tornare all’antica pratica penitenziale, “che
può aiutarci a mortificare il nostro egoismo e ad aprire il cuore all’amore di Dio
e del prossimo”:
"Il digiuno al quale la Chiesa
ci invita in questo tempo forte, non nasce certo da motivazioni di ordine fisico,
estetico, ma scaturisce dall’esigenza che l’uomo ha di una purificazione interiore
che lo disintossichi dall’inquinamento del peccato e del male, lo educhi a quelle
salutari rinunce che affrancano il credente dalla schiavitù del proprio io, lo renda
più attento e disponibile all’ascolto di Dio e al servizio dei fratelli". (Messa nel
Mercoledì delle Ceneri, 21 febbraio 2007). Il
vero digiuno, è ancora la sua riflessione, è finalizzato a mangiare “il ‘vero cibo’
che è fare la volontà del Padre”. Ecco allora che “il digiuno del corpo si trasforma
in ‘fame e sete’ di Dio”. Nel nostro tempo così inflazionato da immagini e parole,
il Papa ci invita quindi a far spazio alla parola di Dio. Non basta dunque solo un
digiuno del corpo:
“Mi sembra che il tempo della
Quaresima potrebbe anche essere un tempo di digiuno delle parole e delle immagini,
perché abbiamo bisogno di un po’ di silenzio. Abbiamo bisogno di uno spazio senza
il bombardamento permanente delle immagini (…) di crearci spazi di silenzio e anche
senza immagini, per riaprire il nostro cuore all’immagine vera e alla Parola vera”.
(Incontro con i parroci romani, 7 febbraio 2008)