Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6 sulla scala Richter è stata avvertita
nella notte nella provincia di Elazig, nell’est della Turchia. Al momento sono 57
le vittime accertate e una cinquantina i feriti. L'epicentro del sisma è stato localizzato
a Karakocan e i villaggi più colpiti sono stati Okcular e Yukari Kanatli. Secondo
il governatore locale, la zona è stata già raggiunta dalle squadre di soccorso che
stanno scavando tra le macerie in cerca di sopravvissuti. La "Mezzaluna Rossa" ha
inviato sul posto 500 tende e numerosi generi alimentari. “L’area colpita – ha riferito
all'agenzia Sir, mons. Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale della
Turchia – è una zona di antica presenza cristiana”. Sulla situazione, Debora Donnini
ha raggiunto telefonicamente in Turchia Rinaldo Marmara, direttore della Caritas Turchia
e portavoce della Conferenza episcopale turca: R. – E’ una
regione nel sud-est della Turchia, una zona curda. Ora, in seguito al terremoto, è
stata chiusa dai militari e solo la "Mezzaluna Rossa" è potuta entrare. Le ricerche
continuano per salvare le persone sotto le macerie. D. – Come
si sta organizzando la macchina degli aiuti, e voi, come Caritas Turchia, cosa state
pensando di fare? Siete già arrivati sul posto? R. – No, per
adesso abbiamo telefonato e ci hanno detto di aspettare, perché solo la "Mezzaluna
Rossa" è potuta entrare in questa zona. Aspettiamo che ci dicano di cosa hanno bisogno. D.
– Voi però state organizzando degli aiuti? R. – Certo. Per esempio,
so che hanno bisogno del macchinario per alzare le macerie. Certo, per noi, mandare
un macchinario del genere è un po’ difficile. Ho sentito che avevano bisogno di acqua
potabile e forse ci sarà bisogno anche di tende, di coperte... In una zona terremotata
potrebbero verificarsi, da un minuto all’altro, altre scosse. Quindi, noi come Caritas,
siamo pronti a cercare di portare il nostro aiuto. Chiediamo anche all’Europa di sostenere
sempre la Caritas in Turchia.