La Chiesa filippina condanna la campagna governativa per i preservativi nella lotta
all’Aids
Dura condanna della Chiesa nelle Filippine contro la campagna governativa, pubblicizzata
su tv, radio e giornali per favorire l’uso dei preservativi allo scopo di prevenire
la diffusione dell’Aids. I vescovi filippini e le organizzazioni pro-life criticano
aspramente l’utilizzo dei soldi pubblici per sovvenzionare l’iniziativa, che prevede
anche la distribuzione gratuita di preservativi in alcuni quartieri di Manila. Vi
sono infatti bisogni primari, come cibo, medicine educazione e lavoro, cui far fronte
economicamente, ha dichiarato ad Asianews mons. Nereo Odchimar, presidente
della Conferenza episcopale filippina. “Per di più – ha osservato il presule - è
ingiusto che le tasse dei cittadini, incluse quelle dei cattolici, siano utilizzate
per iniziative che vanno contro la morale”. Ammonisce la Chiesa che innumerevoli sono
i rischi che possono investire le coscienze dei giovani, che hanno invece bisogno
della guida morale e sessuale dei propri genitori, indeboliti nel proprio insostituibile
ruolo. La castità e la fedeltà sono i valori che i presuli filippini propongono al
governo come rimedi nella lotta contro l’Aids. Già da diversi anni nelle scuole filippine
viene proposto il Natural Family Program, sostenuto da Chiesa e organizzazioni
pro-life per orientare i giovani verso una vita sessuale responsabile e cosciente,
basata sui valori del cristianesimo e per rendere loro noti i rischi del sesso libero
e dell’uso dei contraccettivi. Nonostante le stime di contagio del virus siano in
aumento, le Filippine rappresentano il Paese con uno dei più bassi tassi di contagio
dell’Asia. Da quanto viene riportato su Asianews, “nel 2008 il Paese ha registrato
circa 9 mila infettati (0,1% della popolazione) e 308 decessi”. (C.F.)