In Malaysia la Chiesa accoglie le scuse di un giornale musulmano: incidente chiuso
Il mensile musulmano 'Al Islam' ha presentato le scuse ufficiali alla Chiesa cattolica
malaysiana per il servizio offensivo e il comportamento sacrilego di due suoi giornalisti.
L’arcivescovo di Kuala Lumpur, mons. Murphy Pakiam, ha accolto con favore il gesto,
proclamando concluso lo spiacevole episodio: è quanto l’agenzia Fides apprende da
fonti della Chiesa malaysiana, che registrano “con soddisfazione la conclusione pacifica
di una vicenda incresciosa, che poteva portare altra tensione interreligiosa e disarmonia
nella società malaysiana”. 'Al Islam' aveva pubblicato nel maggio 2009 un servizio
giornalistico offensivo verso la Chiesa cattolica, e due suoi giornalisti, per realizzarlo,
avevano anche profanato l’Eucarestia. La Chiesa aveva chiesto un passo indietro del
giornale. La rivista ha espresso sul suo sito web il disappunto e le scuse “per aver
ferito in modo non intenzionale i sentimenti dei cristiani, specialmente dei cattolici”.
Il giornale spiega che il servizio voleva indagare “casi di apostasia” e che i due
reporter non volevano “deridere o profanare la fede cristiana”, assicurando che “incidenti
di tal genere non accadranno più”. Le scuse saranno pubblicate anche sull’edizione
stampata del mensile, nel numero di aprile. “Sono molto felice che i due giornalisti
e il direttore di 'Al Islam' ci abbiano presentato le scuse ufficiali. Le accettiamo
e confermiamo che non promuoveremo alcuna azione legale per questa vicenda”, afferma
l’arcivescovo. La Chiesa cattolica chiude volentieri questo spiacevole episodio, con
“un saluto di pace alla rivista” e “una benedizione per la nazione”. Al Islam è un
giornale edito da una Fondazione politicamente vicina all’Umno (United Malays National
Organization), il partito attualmente al governo, a maggioranza musulmana e malay.
Secondo fonti locali “il gesto delle scuse è stato appoggiato dal governo”, e molti
sperano che la “ricomposizione serva anche a sbloccare il dialogo fra Chiesa e governo,
ancora aperto per la questione dell’uso del termine Allah per i cristiani”. (R.P.)