Cile: Messa del cardinale Errázuriz per le vittime del terremoto
Ieri, l’arcivescovo di Santiago del Cile, cardinale Francisco Javier Errázuriz, ha
presieduto una celebrazione eucaristica per ricordare le vittime del terremoto e maremoto,
che il 27 febbraio scorso ha seminato, in una vasta regione del Paese, morte e devastazione.
“Per noi, adesso - ha rilevato nella sua omelia il porporato - è l’ora del dolore,
ma anche della solidarietà e della conversione”. Insieme con l’arcivescovo hanno celebrato
altri sacerdoti tra cui mons. Andrés Arteaga, vescovo ausiliare, e mons. Cristián
Precht, vicario responsabile della “Misión Continental” e il padre Joaquín Alliende,
autore dell’iniziativa “Il Vangelo del Cile”. “Vogliamo affidare alla misericordia
del Signore, in un modo speciale tutte le persone che sono morte a causa della tragedia
che ha colpito la nostra patria”, ha detto il cardinale per poi sottolineare: “Vogliamo
anche ringraziare il Signore” per la sua “vicinanza a ciascuno di noi e per la sua
solidarietà”. Al momento della lettura delle Sacre Scritture è stato portato all’altare
il “Vangelo del Cile” che, com’è noto, in questo caso è un testo manoscritto con il
contributo di 8 mila persone, tra cui - per primo - Benedetto XVI, con il quale i
cileni hanno aperto le celebrazioni del bicentenario dell’indipendenza nazionale.
L’arcivescovo della capitale, che giorni fa ha ricevuto la visita del presidente uscente,
Michelle Bachelet, e del presidente eletto Sebastián Piñera, che volevano ringraziare
la sollecitudine del Papa e l’opera della Chiesa locale, ha ribadito a più riprese
la “vicinanza della comunità ecclesiale a tutte le persone che piangono la scomparsa
di parenti”, “la distruzione della casa”, “la perdita dei beni personali e del lavoro”:
“tutte lacerazioni che ci fanno sentire veramente in un momento di lutto nazionale”,
ha aggiunto. Come giorni fa avevano già sottolineato i vescovi con un comunicato dell’Episcopato,
il cardinale Francisco Javier Errázuriz ha ribadito l’importanza dell’unità nazionale
in un momento come questo che vive la nazione cilena e perciò ha elogiato la signora
Bachelet e il signor Piñera che si sono stretti attorno alla bandiera del Cile in
un abbraccio ideale, che simboleggia l’unione e la solidarietà tra tutti i cittadini
senza nessuna eccezione. “E’ proprio il momento di dire: benedetto sia Dio!”, ha esclamato
il porporato che prima di concludere ha ringraziato il lavoro volontario e disinteressato
di migliaia di cileni, tra cui i membri delle Forze armate, dei Vigili del fuoco,
delle Università, del settore privato e dell’Amministrazione statale. Il Vangelo della
terza domenica di Quaresima, ha concluso il cardinale, ci “pone molte domande” e ci
offre anche molte risposte: “Dio non è Dio dei morti. Lui è il Dio dei vivi”. I vivi
devono saper “leggere i segni dei tempi e quindi, “leggere i segni di questa tragedia
per sentire nel fondo del proprio cuore l’unico appello importante: convertirsi per
vivere. Dobbiamo rivolgere i nostri cuori a Dio, fonte di ogni vita, di amore e di
pace; rivolgere il nostro cuore ai fratelli, poiché nel loro volto ci parla Cristo”.
(A cura di Luis Badilla)