Domani oltre 19 milioni di iracheni alle urne per le elezioni legislative in un clima
di grande tensione. Al Qaeda ha infatti minacciato chi si recherà a votare ed ha invitato
la popolazione a rimanere in casa. Dalle 22.00 di domani alle 07.00 di lunedì, invece,
sono le autorità irachene ad aver imposto per motivi di sicurezza il divieto di circolazione
per tutti i veicoli non autorizzati. Ieri, intanto, hanno potuto votare gli iracheni
residenti all’estero. Barbara Schiavulli ha registrato il clima elettorale in una
delle città più pericolose dell’Iraq: Intanto anche
stamani si registrano vari attentati. Gli ultimi nella città meridionale di Najaf.
E nel tesissimo clima elettorale spicca la situazione di “oltre mille famiglie cristiane,
che hanno lasciato Mossul negli ultimi dieci giorni. Persone che non parteciperanno
alle consultazioni, in quanto registrate proprio nelle liste di Mossul. Ma non c’è
molto da fare: la gente è presa dalla paura e pensa alla propria incolumità”. E’ quanto
ha dichiarato all’agenzia Fides mons. Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mossul,
in vista delle elezioni di domani. Al microfono di Fabio Colagrande, Lorenzo Cremonesi,
inviato speciale del Corriere della Sera, racconta quanto sta accadendo nella città,
teatro di recenti violenze anti-cristiane:
E di Iraq ieri si è discusso anche
a Londra. Il premier britannico Brown ha, infatti, deposto davanti alla commissione
d'inchiesta sulla guerra nel Paese del Golfo, difendendo la scelta di partecipare
alla missione internazionale. Da Londra Sagida Syed: