Benedetto XVI in visita nella parrocchia romana di San Giovanni della Croce. Il parroco:
"E' un dono venuto dal cielo"
Oltre tremila famiglie, con un nucleo di altre mille circa che andranno ad occupare
i nuovi appartamenti costruiti a Porta di Roma. E’ questa la realtà della parrocchia
di San Giovanni della Croce – situata a Colle Salario, nella zona nord della capitale
– che Benedetto XVI visiterà domattina e nella quale presiederà la Messa. Il quartiere,
creato 25 anni fa, vede da 21 anni la presenza costante del parroco don Enrico
Gemma, che lo descrive al microfono di Luca Collodi:
R. – Il quartiere
è formato dal ceto medio, però c’è anche una realtà di case popolari: in queste case
popolari, e non soltanto in esse, ci sono delle problematiche, ma oltre ad alcuni
casi di povertà non solo economica - saranno un centinaio - che noi seguiamo con la
Caritas parrocchiale, il quartiere è abbastanza sereno.
D.
– Don Gemma, qual è in questa parrocchia il ruolo dei laici?
R.
– Il ruolo dei laici è, specialmente in quartieri come questo, fondamentale, perché
quando la comunità non è ancora formata, quando la gente ancora non si conosce non
c’è un tessuto sociale di integrazione, è importante che i laici vengano coinvolti
e loro stessi diventino evangelizzatori. Noi abbiamo circa un centinaio di laici impegnati
in parrocchia, impegnati nei vari servizi, nei vari ministeri, nei vari uffici, impegnati
anche nei vari cammini spirituali, perché questa è la forza, non è che siamo soltanto
degli operatori pastorali, ma siamo prima di tutto dei discepoli di Gesù.
D.
– Un quartiere come quello del nuovo salario, che vede come suoi collaboratori un
sacerdote africano e uno dell’America Latina...
R.
– Sì, questa è una caratteristica che parte da un mio sogno. Già quando si stava costruendo
la chiesa, chiesi al vicariato di progettare una casa canonica abbastanza accogliente
e la risposta era: “ Ma chi ci viene al raccordo anulare? Basta una cameretta per
il parroco e una per il vice parroco”. Io ho cercato di fare sei stanze e la canonica
è sempre piena. Abbiamo accolto seminaristi, abbiamo accolto sacerdoti, e questo anche
per la gente, la nostra gente, è un segno, quando vedono dei sacerdoti di varie nazionalità
anche appartenenti a vari movimenti questo dà più l’idea veramente della Chiesa. La
Chiesa è questo.
D. – Don Gemma come si inserisce
la visita del Papa in questo contesto pastorale del quartiere?
R.
– Come un dono, una grazia, come ho scritto e detto, una grazia piovuta dal cielo.
Noi sappiamo che Maria, la Madre della Chiesa, ci ha accompagnato sempre in questo
cammino con dei segni particolari ed anche questo lo abbiamo accolto come un segno
e un dono di Maria, che ha fatto crescere una comunità ed ecco che adesso porta il
vicario di Cristo per confermarci nella fede e per avviare sicuramente una nuova fase
di cammino di questa comunità.
Al termine della celebrazione
eucaristica, il Papa incontrerà in una sala interna della parrocchia i membri del
Consiglio Pastorale. Davide Dionisi ha chiesto a una di loro, la signora Diana
Marchetti, i sentimenti che animano il quartiere alla vigilia di questo avvenimento:
R. – Quello
che veramente abbiamo nel cuore come comunità parrocchiale è che sentiamo arrivare
il Papa come un grandissimo dono e vorremmo tanto essere anche noi un dono per lui,
vorremmo fargli trovare una famiglia che lo accolga.
D.
– In quale contesto vi muovete, quali le caratteristiche del tessuto sociale di zona?
R.
– Il quartiere non offre grandi possibilità di svago o tante iniziative. Proprio in
questo cerca d’intervenire la parrocchia ed il folto gruppo della Caritas che aiuta
le 40-50 famiglie bisognose. Ma soprattutto, la nostra parrocchia ha anche la caratteristica
di avere la presenza di movimenti ed associazioni: il gruppo Sacri, il Movimento dei
Focolari, il Cammino neocatecumenale, il Rinnovamento nello Spirito, abbiamo una presenza
della Casa di Maria, un’associazione anche all’interno.
D.
– Si tratta quindi di una parrocchia viva sotto questo punto di vista…
R.
– Direi proprio di sì, viva. Vorrei però sottolineare che i movimenti e le associazioni
non fanno tra di loro un cammino parallelo ma cerchiamo di vivere proprio come si
fa in una famiglia e quindi a volte lasciamo le cose dei nostri movimenti ed associazioni
per il bene comune della parrocchia.
D. – Che cosa
vi aspettate dalla visita del Santo Padre?
R. – Ci
aspettiamo uno sguardo paterno. Siamo sicuri che vorrà darci delle indicazioni e che
quelle stesse indicazioni saranno senz’altro la nostra bussola, la nostra guida.